martedì 16 agosto 2016

Mogol, gli 80 anni di un antipatico

Marinella Venegoni, una delle firme storiche del giornalismo musicale italiano, ha pubblicato su La Stampa un intervista con Giulio Rapetti, in arte Mogol, che domani compirà 80 anni.
Per molti degli addetti ai lavori del mondo della musica leggera Mogol non è mai stato un simpaticone. Prolifico autore e traduttore di testi, resta legato per sempre alla legacy con Lucio Battisti, con il quale ha costituito un sodalizio durato fino al 1980. La collaborazione con Battisti non è stata solo lucrosa per Mogol, ma ha anche migliorato la sua immagine, visto che chi lo ha seguito come paroliere è stata Grazia Letizia Veronese, la reclusiva e detestabile moglie di Lucio Battisti che ancora oggi rifiuta di condividere l'eredità artistica di Lucio. La cattiva e antipatica del pianeta Battisti è certamente lei. Poi arrivò l'ultima radiosa stagione di Battisti che cantava i versi di Pasquale Panella.
Mogol comunque aveva un forte ascendente su Battisti, che esercitò fino a quando gli fu permesso. Ad esempio, quando Battisti decise di incidere un disco in inglese, rifiutò le traduzioni dei testi di Marva Jan Marrow, giudicate non abbastanza letterali. Così l'album Images uscì con testi scritti da altri, imbarazzanti e quasi inascoltabili. Curioso che Mogol invocasse traduzioni letterali, lui che aveva trasformato A Whiter Shade of Pale dei Procol Harum in Senza Luce e Space Oddity di David Bowie in una improbabile Ragazzo Solo Ragazza Sola.
Oltre Battisti, Mogol ha scritto testi per tanti. Da Adriano Celentano a Riccardo Cocciante, da Mario Lavezzi al suo prediletto Gianni Bella, da Renato Zero a Gigi D'Alessio. Un mercenario delle parole, un talento in vendita. Nella intervista con Venegoni cita con soddisfazione Il Soufflé Con Le Banane, un brano di Cocciante che personalmente detesto. Buon compleanno a un antipatico che ci ha fatto cantare tutti sotto la doccia.

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