venerdì 11 marzo 2016

Se lo dice D'Alema

L'intervista di Aldo Cazzullo a Massimo D'Alema che pubblica oggi il Corriere è assieme una pietra miliare e una pietra tombale del modo novecentesco di fare politica in Italia. Se ne sta parlando molto sul web, e di certo resterà negli annali.
Ecco le frasi che mi hanno particolarmente colpito:
Il Pd è finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali.
Su facebook Matteo Orfini commenta: Leggo che D'Alema mi "disconosce" perché sarei arrogante. Il che - francamente - non torna.

E ancora D'Alema:
Molti elettori ci stanno abbandonando. Compresi quelli che ci avevano votato alle Europee, nella speranza che Renzi avrebbe rinnovato la vecchia politica.
Alle politiche del 2013 il PD guidato da Bersani prese il 25.4 per cento, superato di poco dal M5S con il 25.5. L'anno successivo alle europee con Renzi segretario ci fu il boom del 40.8 per cento, con i grillisti al 21.1. Secondo la media dei sondaggi al 10 marzo elaborata da Termometro Politico il PD è al 32.8 per cento e il M5S al 24.2.

Infine ecco la sentenza dalemiana:
 Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra. Vogliono sbarazzarsene. 
Cristiana Alicata commenta bene su facebook: Io vorrei che la politica fosse servizio, che la facessimo tutti quanti un pochino di più senza generare mostri che fanno solo questo nella vita per cui poi la politica diventa esistenza e non servizio per il bene comune. Se tutti fossimo un pochino più politici, avremmo meno professionisti e più controllo diffuso, altro che primarie dopate.
Io credo che il PD avrebbe tutte le carte in regola non per cambiare sistema di potere da D'Alema a Renzi, cosa che a me personalmente non interessa, ma per ricostruire un tessuto civico di partecipazione anche leggera, che consenta l'impegno e il controllo di molti per evitare il potere in mano a pochi.
Dario Ballini propone di coniare l'aggettivo dalemoso. Sinonimo di "rinfacciare con malcelato distacco a qualcuno di fare meglio di te quello che hai cercato di fare tu durante tutto il corso naturale della tua vita".
Però l'analisi migliore la fa Claudio Velardi, uno che Massimo D'Alema lo conosce bene.

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