lunedì 22 febbraio 2016

Il giorno dopo Cosmopolitica

Cosmopolitica, dalla prima volta che l'ho letto, mi è sembrato un nome azzeccato. Un po' avventuroso e un po' autoironico, fa venire in mente le alabarde spaziali di Goldrake o i superpoteri degli eroi Marvel. I tre giorni di dibattito per rifondare la sinistra italiana, al palazzo dell'Eur di Roma, sono finiti ieri. Ho letto il resoconto di Jobsnews.it e mi sembra che di avventura e autoironia a Cosmopolitica ce ne sia stata pochina, a parte Francesca Fornario (trovate il suo intervento a 3h12' sulla registrazione video di Radio Radicale).
Cosmopolitica era stata concepita come l'ennesima rifondazione della sinistra italiana, la partenza di un percorso per la costruzione di un nuovo soggetto politico unitario (sì, un partito). Promossa da Sel e dai transfughi PD come D'Attorre e Fassina, ha visto l'adesione di molte sigle dell'arcipelago gauchista italiano, ma anche sdegnati rifiuti. Civati non si è visto, lui corre da solo con il suo fan club, come sempre. Paolo Ferrero di Rifondazione è andato, ma solo per dire che non è d'accordo e che non accetta ipotesi federative: Rifondazione insomma non si tocca.
Il nome Cosmopolitica è carino, l'idea di una nuova sinistra accativante, ma certi riti non si smentiscono, così a un certo punto qualcuno legge il messaggio di Adelmo Cervi. Messaggiano anche Maurizio Landini e Nichi Vendola. Il riferimento alle esperienze straniere continua, anche se cambiano i modelli: sepolto il povero Tsipras, che ormai nessuno cità più, adesso sono tutti con Bernie Sanders.
Sul palco sfilano tutti i notabili di Sel e gli ex Pd Fassina, D'Attorre e Cofferati, i più rancorosi e ostili verso il partito che li ha eletti. "Non occupiamoci di questioni minori come il rapporto con il Pd" dice D'Attorre.
Gianni Cuperlo, che ha rinunciato all'assemblea nazionale PD per essere con gli ex compagni, fa un intervento ecumenico, nel suo stile: "Ve lo dico con umiltà. Spero che le differenze di oggi non cancellino il  traguardo di ripensare la sinistra, in Italia e Ue”.
Marco Revelli de L'Altra Europa la butta sull'autocritica: "Credo che oggi dobbiamo dirci con onestà che qui non ci sono innocenti. Nessuno, dal primo dirigente all’ultimo militante, è stato capace di fare ciò che tanti si aspettavano da noi: riempire il cratere lasciato aperto dal partito democratico." La sindaca di Molfetta Natalicchio dice che "da questo forno deve uscire una pizza". De Magistris parla di "zapatismo in salsa partenopea" (!). Luciana Castellina propone di fondare una "federazione di vecchi" che sia "uno spazio per la memoria”.
Qualcuno precisa che il nome Sinistra Italiana e il logo sono provvisori (molti dei partecipanti lo sperano). Tutto sarà deciso e formalizzato nel congresso fondativo, previsto dal 2 al 4 dicembre. Ma mancano ancora quasi dieci mesi. Cosa succederà nel frattempo?


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