venerdì 26 febbraio 2016

Cirinnà, l'Italia dei diritti e dei rovesci

La metafora tennistica mi sembra la migliore per ragionare sulla legge Cirinnà approvata ieri al Senato con voto di fiducia. Il day after permette la comodità di avere letto i commenti, le critiche, gli anatemi, le soddisfazioni espresse sulla stampa, a voce o dalla tastiera. Come in una partita a tennis i diritti sono meno importanti dei rovesci, a quanto pare. E i rovesci sono i commenti politici che tralasciano il risultato per concentrarsi su strumenti e modalità: voto di fiducia, opposizioni che votano con la maggioranza, grillisti che mandano affanguro i colleghi senatori eletti dal popolo, perché loro sono stati nominati portavoce dalla ggente e non hanno scrupoli, né doveri.
Devo esserer sincero: che un gruppo di ex forzisti guidato da Verdini abbia votato la legge non mi interessa. La stessa legge sul divorzio del 1970 fu promossa dal socialista Fortuna e dal liberale Baslini, e i liberali erano un partito organico alla destra. Eppure votarono sì, assieme al PCI e al PSIUP, con la DC contraria. Verdini, come ricorda oggi Serracchiani, aveva votato la fiducia al governo Letta, senza che alcuno a sinistra si stracciasse le vesti.
A me interessa entrare nel merito. La legge cambierà la vita a tutte le coppie di fatto, e la cambierà in meglio. Lo spiega bene oggi Francesco Merlo su Repubblica, facendo notare che eppure:
C'è solo il frastuono della battaglia politica pro o contro Renzi, il rumore dell'abbasso e dell'evviva al governo, la solita spaccatura guelfi-ghibellini di un Parlamento post-ideologico che ha smarrito le ragioni fondanti della legge: l'uguaglianza, la civiltà dei diritti, l'amore, la famiglia, la sofferenza di tante persone che si amano e magari credono pure in Dio e nei sacramenti e però sino a ieri dovevano nascondersi perché il loro amore, la loro convivenza e la loro stessa fede non erano riconosciute dai lanzichenecchi teocon e teodem.
La stepchild adoption, come si sa, è stata depennata per garantire i voti centristi. Ma l'impianto della legge non è stato modificato, e resta molto buono. Eppure persino l'eliminazione dell'arcaico principio di fedeltà è stato sbandierato dai soliti Renzihaters come una diminutio, mentre invece è un passo avanti decisivo. Prova a dirlo oggi Paola Concia, una che per sposarsi con la sua compagna è dovuta andare in Germania.
Purtroppo non sono i diritti a fare notizia, ma i rovesci. Così la notizia del voto favorevole del gruppo di Verdini è nel titolo de La Stampa e negli occhielli di Corriere, Repubblica e Messaggero. Ovviamente i giornali più faziosi, da Libero a Il Fatto, parlano essenzialmente di questo. Del rovescio.
Pazienza. Io credo che la giornata di ieri sarà ricordata come la vittoria dei diritti, non dei rovesci. Poi, certo, c'è ancora molto da fare. E non solo una legge decente sulle adozioni, che va scritta in fretta. L'Italia dovrà metabolizzare i contenuti della legge Cirinnà, e non sarà semplice. Faccio solo un esempio: l'inserimento delle copie omosessuali nelle graduatorie per gli alloggi popolari. Immagino il frastuono dei bigotti alla prima assegnazione di una "casa gay".
L'Italia storicamente non è un paese progressista, è al massimo un paese permissivo. La legge Cirinnà supera la tolleranza e introduce il diritto. Chi continua a pensare al rovescio non merita attenzione.

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