venerdì 31 luglio 2015

Affinità elettive


In mille a suonare per i Foo Fighters


Questa cosa dei mille musicisti fan di Foo Fighters che suonano Learn To Fly per convincerli a venire a suonare in Italia sembra una favola. Invece no, lo hanno fatto davvero. Tanto da conquistare Foo Fighters, che hanno detto che verranno.

mercoledì 29 luglio 2015

I dati aggiornati sulla popolazione mondiale

Il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite UN-DESA ha reso noti i dati di aggiornamento sulla demografia del pianeta. In questo mese, luglio 2015, la popolazione mondiale ha raggiunto 7.3 miliardi. Un miliardo più del 2003 e due miliardi più del 1990. Nel 2016 si aggiungeranno altri 86 milioni di persone. La fertilità globale è in calo, ma la popolazione continuerà a crescere. Previsioni con l'80% di affidabilità indicano che nel 2030 saremo 8.5 miliardi e nel 2050 quasi dieci miliardi.
In Europa il 24 per cento della popolazione ha più di 60 anni e nel 2050 sarà il 34 per cento, un terzo del totale. Negli altri continenti gli over 60 oggi sono il 21 per cento in Nord America, l'11 per cento il America Latina, il 12 per cento in Asia, il 5 per cento in Africa. Anche gli over 80 triplicheranno da oggi al 2050.
La popolazione dell'Italia resterà sostanzialmente stabile: oggi è di 59 milioni 798 mila e nel 2030 è prevista di 59 milioni e centomila. Cresce invece più veloce del previsto l'India, che presto sarà il primo paese al mondo. I dati precedenti prevedevano che l'India superasse la Cina nel 2028, mentre ora il sorpasso è previsto tra solo sette anni, nel 2022, quando i due paesi raggiungeranno 1.4 miliardi di persone.

martedì 28 luglio 2015

Da oggi l'Europa ha una nuova Macroregione Alpina

Oggi la Commissione Europea ha approvato il documento della European Union Strategy for the Alpine Region dando il via libera alla Macroregione Alpina, che segue le tre già formalizzate: Baltica, Danubiana e Adriatico-Ionica. La Macroregione Alpina riguarda cinque Stati membri (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e due paesi terzi (Liechtenstein e Svizzera), per un totale di 48 regioni e circa 70 milioni di abitanti. Tutta l'Italia settentrionale è inclusa e Lombardia, Veneto e Friuli fanno parte anche della Macroregione Adriatico-Ionica secondo il principio dell'overlapping. Delle quattro macroregioni finora istituite quella alpina è certamente la più ricca. La strategia approvata oggi comprende quattro assi prioritari: crescita economica e innovazione, connetività e mobilità, ambiente ed energia, governance regionale sana ed efficiente.
La comunicazione approvata oggi sarà ora sottoposta alla valutazione del Parlamento Europeo, del Consiglio Europeo, dell'ECOSOC e del Comitato delle Regioni. L'approvazione finale del Consiglio Europeo dovrebbe avvenire entro il 2015.

lunedì 27 luglio 2015

Civati e la tigna dei referendum balneari

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Qualche settimana fa Civati, presentando il suo micropartito personale, ha annunciato la promozione di otto referendum abrogativi, con l'obiettivo di raccogliere le firme entro il 30 settembre per potere, nel caso la Consulta ammettesse i quesiti, votare nella finestra elettorale della primavera del prossimo anno. I quesiti riguardano la legge elettorale, il jobs act, la legge sbloccaitalia e la riforma della scuola.
La campagna referendaria è iniziata in modo abbastanza fantozziano: i moduli distribuiti, molti già portati a vidimare nelle segreterie comunali, erano sbagliati. Sono stati ritirati e si è ricominciato da capo. Nella mia città ad esempio il comitato locale civatissimo annuncia stasera, 27 luglio, l'inizio della campagna. Per presentare in Cassazione le firme entro il 30 settembre i moduli vanno ritirati e collezionati nella sede centrale della campagna con qualche giorno di anticipo. Quindi il tempo di raccolta delle firme è ormai di due mesi, anche scarsi. Si può firmare presso le segreterie comunali, se i moduli sono stati depositati, oppure nei classici banchetti, dove però serve un pubblico ufficiale che faccia da vidimatore (un politico eletto o un notaio).
All'annuncio dei referendum molti dei potenziali alleati di Civati hanno preso subito le distanze dall'iniziativa. Da Sel a Landini, da Fassina alla Cgil (qui sopra la dichiarazione di Camusso a Il Manifesto, in una intervista di venerdì scorso). I sindacati della scuola hanno tutti o quasi criticato l'iniziativa. Si sono schierati pubblicamente con Civati solo Antonio Ingroia e il direttore de Il Fatto Marco Travaglio.
Come sanno bene i Radicali, che di referendum se ne intendono, per garantire mezzo milione di firme valide occorre depositarne almeno seicentomila. Visto che la campagna degli otto referendum di Civati deve ancora iniziare, questo significa almeno diecimila al giorno, domeniche e ferragosto compresi. Un obiettivo palesemente impraticabile. Resta misteriosa l'insistenza (dalle mie parti si chiama tigna) con la quale Pippo e il suo ristretto fan club, senza altri appoggi di rilievo, tenacemente intendono proseguire una iniziativa votata al martirio, con pochi banchetti piazzati in deserte piazze assolate, con le segreterie comunali in assetto balneare e la gente distratta e con la voglia di essere distratta, perché ad agosto in Italia la politica va in vacanza, e la gente cerca di dimenticare anche i problemi. Il martirio non riguarda solo i poveri volontari che si presteranno al sacrificio, ma anche la stessa immagine politica di Civati, che con questi referendum ha messo in moto la prima operazione "in proprio" da quando è uscito dal PD sbattendo la porta. E l'esito non aumenterà la sua credibilità.
Ma la tattica non sembra il lato forte di Pippo, che in questi giorni ha anche innescato una violenta polemica politica in Sardegna sul tema della riconferma di Zedda a sindaco di Cagliari. L'assioma civatissimo è: "Zedda è bravo, ma se lo sostiene il PD io non lo voto". Insomma, per Civati la discriminante non è la capacità del sindaco, ma la presenza del PD nella coalizione che lo sostiene. Risultato: Sel lo smentisce, la sinistra sarda si spacca. Insomma, sembrano proprio mancare i fondamentali.


Il petrolio costa la metà dell'anno scorso


sabato 25 luglio 2015

Mancano solo cinque mesi a Natale

In un sabato bizzoso e temporalesco mi sembra giusto ricordare che tra solo cinque mesi sarà Natale.


giovedì 23 luglio 2015

Il piccione di oggi

(Today's pigeon, by Animal New York)

1 Central Park, Il nuovo ecohotel di New York

La Starwood, colosso dell'ospitalità (Sheraton, Westin, Meridien, W, ecc.) sta per inaugurare a Manhattan l'Hotel 1 Central Park, che aprirà il mese prossimo. L'hotel è all'angolo tra sesta avenue e 58ima strada, a un isolato da Central Park, dal Plaza e dall'Apple Store.
l'Hotel 1 ha una ispirazione ecologica. Le 229 camere sono arredate con legno di recupero, ognuna ha in dotazione un tappetino da yoga, accanto al letto non c'è un blocco notes ma una lavagnetta, nella doccia una clessidra segnala che sono passati cinque minuti ed è ora di chiudere l'acqua. Il progetto è dello Studio Avro | Ko. I prezzi partono da circa 300 Euro a notte.


martedì 21 luglio 2015

Studia, somaro


Diventare papà fa ingrassare

Molti di noi lo avevano gia sperimentato empiricamente, ma adesso arriva la conferma della scienza: diventare padri fa crescere di peso. In un articolo pubblicato sull'American Journal of Men’s Health il dottor Craig Garfield, un pediatra della Northwestern University Feinberg School of Medicine, conferma che i neopapà in media ingrassano da un chilo e mezzo a tre chili, a seconda della stazza. Un uomo alto un metro e ottanta che vive con suo figlio prende almeno due chili. Lo studio ha preso in esame 10.263 uomini, seguendoli per venti anni dall'età di 12 anni, e valutando i cambiamenti della loro massa corporea.


2015, caldo record sul pianeta terra

Il bilancio dei primi sei mesi non sembra lasciare dubbi: il 2015 sarà l'anno più caldo di sempre, dove per "sempre" si intende da quando vengono registrate le temperature globali, cioè dal 1880. Le temperature registrate sia in mare che sui continenti non sono solo le più calde di sempre, ma sono molto più calde della media. Rispetto alle medie del secolo scorso la temperatura nel 2015 è cresciuta di 0.85° C (il record precedente era del 2010, con + 0.76° C). Negli oceani la temperatura è + 0.86° C, record di 136 anni di misurazioni. E nella terraferma è di + 1.40° C, anche questo un record assoluto che scalza il 2007 di ben 0.13° C, che in climatologia non sono briciole.
Le uniche zone che hanno registrato temperature decisamente sotto la media sono la costa est di USA e Canada e il nord Atlantico. Notevole l'aumento nel Pacifico, nell'Atlantico centrale e nel mare di Barents, ai bordi della calotta artica. Molti altri dati e grafici sono qui, sul sito della NOAA. La presenza di El Niño, la corrente calda del Pacifico, si consoliderà nell'autunno e nel prossimo inverno, quindi il trend non sembra destinato ad invertirsi, anzi.
Si arriverà a dicembre alla COP 21 di Parigi a discutere un nuovo accordo globale sul clima, destinato a combattere il riscaldamento globale, proprio nell'anno più caldo di sempre.

Zaffiri, chi era costui? Fenomenologia di un Carneade

Un post maldestro e infelice su Facebook ha fatto diventare il vicepresidente del consiglio regionale delle Marche una star della politica nazionale. Sandro Zaffiri in realtà è un Carneade qualunque. Come capita ai partiti politici in repentina crescita (cfr. IdV e M5S) anche la "nuova" Lega Nord ha eletto personaggi improbabili e imbarazzanti. Chi ha fiutato per tempo il vento del consenso si trova in ruoli impensabili. Sono le coincidenze astrali della politica, ultimamente sempre più frequenti. La stessa cosa è successa in Grecia con Syriza o in Gran Bretagna con Ukip.
Il Carneade Zaffiri (66) è stato eletto nel consiglio regionale delle Marche lo scorso 31 maggio, con 881 preferenze. Ci aveva provato anche nel 2010, sempre con la Lega, ma senza successo. Ma chi è Zaffiri? Ferroviere e sindacalista, dopo una lunga militanza socialista, prima nel PSI craxiano poi nel  follow-up del Nuovo PSI di De Michelis, Zaffiri nel 2008 approda alla Lega Nord. Sul suo profilo facebook si mostra sorridente abbracciato a Matteo Salvini. Appena Zaffiri ha pubblicato il post qui sopra, in cui definisce il prefetto di Roma "porco di un comunista", le reazioni a livello locale si sono scatenate subito. E Zaffiri non ha rinunciato ad entrare in polemica, apparentemente affatto pentito.
Poi il giorno successivo la notizia rimbalza sui grandi quotidiani nazionali e il leghista marchigiano sembra essersi accorto di averla fatta grossa. L'italiano resta incerto, ma i toni si ammorbidiscono.
Ieri (20 luglio) Matteo Salvini prende le distanze da Zaffiri e a Radio 24 dice, con la sua solita classe: "Zaffiri ha scritto una roba delirante ed è già stato sospeso, poi deciderà la Lega delle Marche perché rispettiamo le scelte dei territori. Ha detto una cazzata che non sta né in cielo né in terra". Il segretario della Lega Nord Marche Luca Paolini è perdonista e all'ANSA dichiara, seguendo una visione romantico-operaista, che lo sfogo di Zaffiri è stato "un riflesso condizionato da ex sindacalista delle Ferrovie, che negli anni '70-'80 ha visto i prefetti mandare i poliziotti a manganellare gli operai. Così, almeno, si è giustificato con me".
Zaffiri ha avuto i suoi 15 minuti di notorietà, come profetizzava Andy Warhol. Ecco il comunicato di scuse al prefetto Gabrielli, che pero non mostra grandi segni di pentimento: "Si è trattato di una esternazione scaturita dal vedere che la polizia è stata mandata a manganellare gente che semplicemente difendeva il proprio diritto a vivere sicura e serena. Ha certo influito nell'uso dei termini la mia lunga carriera di sindacalista dei ferrovieri e dei trasporti Quella carica mi ha ricordato tempi in cui altri prefetti reprimevano manifestazioni di padri di famiglia che difendevano i propri diritti e i posti di lavoro. E' palese che, al di là della frase certo infelice, non c'è in me, per la mia storia personale, e men che meno nel Movimento cui appartengo, alcuna apologia né di violenza, né di fascismo, come dimostrano le centinaia di manifestazioni leghiste in cui non vi è mai stato un minimo problema di ordine pubblico. Detto questo, mi scuso con il prefetto Gabrielli, pur continuando a non condividere certe scelte operative e gli ordini impartiti ai sottoposti, con i colleghi consiglieri e di partito per l'involontario clamore sollevato".

lunedì 20 luglio 2015

Elio Fiorucci, 1935 - 2015

Il problema di Elio Fiorucci è stato che il suo successo globale è stato contemporaneo alla "Milano da bere" dei tardi '70 primi '80 del secolo scorso. Questo, soprattutto in Italia, lo ha confuso con un serraglio di personaggi mediocri che hanno assecondato una tendenza e seguito un'onda. Milano allora era comunque un centro di eccellenze creative. Erano tempi di boom per la moda e il design made in Italy. Si producevano cose bellissime, nell'euforia di una stagione irripetibile. Con tutti gli eccessi del caso, ovvio.
Ma Fiorucci era diverso. Era un osservatore, un accumulatore, un interprete, un semplificatore. Un fenomeno pop, forse l'ultimo epigono della pop art. Non a caso Andy Warhol lo rispettava molto.
Il negozio in Galleria Passarella, a Piazza San Babila di Milano, resta una icona. E una grande preveggenza, un andare oltre il concetto di merce di settore, di specializzazione. In Corso Como ci sono arrivati 30 anni dopo.



La nemesi del solitario Civati

Dopo avere abbandonato il PD Pippo Civati ha presentato otto quesiti referendari, tra i quali anche uno che riguarda la riforma della scuola, in particolare il potere di chiamata dei presidi. Nelle intenzioni di Civati la raccolta delle firme dovà concludersi entro il 30 settembre, ultima data utile perché i referendum, nel caso fossero dichiarati ammissibili dalla Consulta, possano essere indetti nella primavera del prossimo anno. Altrimenti tutto slitta al 2017, oppure oltre in caso di elezioni anticipate.
Per un referendum servono 500mila firme autenticate e, come sanno bene i professionisti del genere, ad esempio i radicali, ne vanno raccolte molte di più per avere la certezza che le molte annullate facciano scendere il totale sotto la fatidica soglia del mezzo milione. Si raccomanda almeno seicentomila, per essere proprio tranquilli meglio 700mila.
Le firme devono essere certificate da un eletto, tipo consigliere comunale. Oppure si può firmare nelle segreterie degli ottomila e passa comuni, dove i moduli vanno recapitati a cura degli organizzatori. Insomma, non è uno scherzo raccogliere seicentomila firme in 70 giorni. Se poi tra questi settanta giorni ci sono tutte le vacanze estive, ferragosto compreso, il compito sembra davvero improbo. Servono quasi diecimila firme al giorno, compresi i festivi. Lo scorso anno i quattro referendum contro austerità e fiscal compact promossi nei mesi estivi finirono in un flop, malgrado fossero sostenuti anche dalla Cgil che ha 5 milioni di iscritti (Possibile, il neo partitino di Civati, ne dichiara cinquemila).
I consiglieri eletti e i notai sui quale può contare una organizzazione esile e appena nata come quella di Civati sono davvero pochi. Per incamerare le firme servono altri soggetti più strutturati e con una presenza radicata nel territorio, come i sindacati, i grandi partiti le reti civiche. Ma il comitato nazionale Leadership alla scuola ha presentato un proprio quesito per un referendum contro la nuova legge, e non ha gradito l'iniziativa solitaria di Civati. Il Comitato accusa l'ex PD di avere "calato dall'alto" il quesito senza consultare a priori il mondo della scuola. I Comitati LiP riuniti a Roma il 12 luglio hanno scelto di mobilitarsi a settembre. Il Coordinamento Democrazia Costituzionale in merito alla riunione LiP scrive: "Sui referendum, in sostanza si è criticata l’accelerazione di Civati e anche la possibile strumentalizzazione di un referendum convocato per sostenere una eventuale presenza alle elezioni amministrative, e ovviamente l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo entro il 30 settembre." Il comunicato ufficiale dell'assemblea Scuola del 12 luglio dice: "L'assemblea, quindi, si esprime negativamente sull'ipotesi di organizzare il referendum entro il 30 settembre, a scuole chiuse, con quesiti incompleti,con una tempistica ingestibile e con risultati incerti, se non ancora peggio dannosi, per il proseguimento della lotta comune".
Marina Boscaino su Micromega critica Civati senza mezzi termini. Anche Maurizio Landini, ai margini dell'assemblea nazionale FIOM, aveva detto di prendere in considerazione l'ipotesi referendum per scuola e Jobs Act ma "a par­tire dalle per­sone che lavo­rano nella scuola". A sua volta SEL ha preso le distanze da Civati, rimandando la scelta di cosa fare alla propria convention di ottobre.
Di fronte a questa levata di scudi Civati, che con questi referendum segna la prima iniziativa politica personale da quando è uscito dal PD, ha annunciato che non raccoglierà più le firme sul referendum sulla scuola affermando in modo abbastanza sibillino che i referendum "da otto sono diventati sette più uno". Certo che non contare sull'appeal della riforma della scuola riduce parecchio la platea dei potenziali firmatari degli altri sette quesiti. "Per ora sono solo. Ho parlato con Sel, con Maurizio Landini e con i sindacati ma per ora nessuna chiara risposta" ha confessato Civati in una intervista con Luca De Carolis ne Il Fatto di venerdì scorso.
Nel frattempo arrivano due endorsement convinti, anche se non esattamente di buon auspicio: Il Fatto ha sposato la causa dei referendum civatissimi con un editoriale del direttore Travaglio e Antonio Ingroia ha confermato che appoggerà i referendum con il suo movimento Azione Civile.


sabato 18 luglio 2015

Mandela Day

Dal 2009 il 18 luglio, giorno della nascita di Nelson Mandela, è Mandela Day.


Paese che vai birra che trovi

Per la serie "nozioni indispensabili" Vinepair ha realizzato il planisfero con le birre più popolari in più di cento paesi. In Italia vince la Moretti.


venerdì 17 luglio 2015

Aragoste molto speciali


Da qualche giorno un astice di 23 libbre, oltre 10 chili, fa bella mostra di sè al ristorante Jordan Lobster Bar di Nassau, New York. Il proprietario Stephen Jordan ha deciso di non cucinare l'animale, che dopo qualche giorno di esposizione nel ristorante sarà donato all'acquario di Long Island.
Un'altra bestiola di dimensioni simili era stata catturata a maggio in Maine (foto sotto), per essere poi immediatamente liberata. Era lunga circa un metro e pesava 20 libbre. Lo stato del Maine non permette la cattura di astici al di sotto o al di sopra di determinate dimensioni. Gli astici possono vivere oltre un secolo e secondo i pescatori questi due "mostri" hanno rispettivamente 95 e 75 anni.
La settimana scorsa, sempre in Maine, è stato pescato un astice bicolore.
Secondo gli esperti la possibilità di incontrare un crostaceo bicolore sono una su cinquanta milioni.

giovedì 16 luglio 2015

Grecia, tre settimane di banche chiuse

Le banche greche resteranno chiuse almeno fino a lunedì 20 luglio, quando la concessione di fondi di emergenza da parte della BCE dovrebbe permettere la riapertura parziale. Nel frattempo, con gli sportelli serrati, non sono stati erogati mutui nè permesse transazioni di denaro. Con le banche chiuse per venti giorni, in un paese che soffre una altissima evasione fiscale, ovviamente nessuno avrà pagato le rate dei debiti, le bollette saranno state buttate nel cestino, le scadenze delle tasse ignorate, l'emissione delle fatture dimenticata. Questo è l'effetto principale del referendum voluto da Varoufakis e Tsipras, perché politicamente il referendum ha prodotto ben poco: l'accordo su cui sono stati chiamati ad esprimersi i Greci è stato superato da un altro molto più punitivo, che Tsipras ha sottoscritto e il parlamento greco ha ratificato ieri notte.
Ho letto commenti divertenti sul web tipo: "Le banche chiuse? Che importa, la nostra vita non può dipendere dalle banche". Le tre settimane di chiusura delle operazioni bancarie sono il regalo di Syriza al paese. Ci vorranno mesi, forse anni per tornare alla normalità. Normalità che forse in Grecia non c'è mai stata, vero. Niente fatture, niente scontrini fiscali, tutto molto pittoresco. Secondo alcune fonti l'evasione fiscale in Grecia arriva all'85 per cento. Con queste cifre nessun paese può farcela.

La sinistra unita si farà, parola di Ferrero

«E’ evidente che il fatto che Renzi sia palesemente di destra facilita la costruzione di una sinistra, adesso finalmente più nessuno ha illusioni sul Pd e questo aiuta la nascita di una sinistra autonoma e alternativa al Partito Democratico».
 «Sono mesi che se ne discute, c’è una posizione esplicita dell’altra Europa con Tsipras che aveva avanzato una proposta in questo senso e una posizione esplicita di Rifondazione Comunista che aveva posto questo tema e c’è adesso anche Sel che fa sua questa posizione. C’è quindi un progressivo convergere, anche da parte di Fassina e Civati, che giudico in maniera molto positiva».
Sono le parole di Paolo Ferrero in una intervista a Intelligonews.

martedì 14 luglio 2015

#Agreekment: Ipse dixit Yanis

Yanis Varoufakis ha appena twittato un link al suo primo commento ufficiale all'accordo di ieri.

lunedì 13 luglio 2015

domenica 12 luglio 2015

Worst Tie of the Day

Il premio per la peggiore cravatta del giorno oggi va al ministro delle finanze finlandese Alexander Stubb per questa simil-regimental su fondo rosa.

Foto del Giorno 150712 #788

Gambalunga

sabato 11 luglio 2015

Tsakalotos ministro super stropicciato



La risposta della Germania a Tsipras


Un po' tragedia, un po' farsa. Senza lieto fine.

La questione greca non sembra risolta, malgrado il via libera del parlamento greco della notte scorsa. Secondo gli insiders di Bruxelles le possibilità che oggi l'Eurogruppo approvi la proposta Tsipras non superano il cinquanta per cento. Intanto il documento adesso ha un allegato di tre pagine scritto dalla Troika, con molti distinguo e appunti alla proposta greca.
Molto bello l'articolo scritto oggi da Larry Elliott, caporedattore economico del Guardian. L'incipit del pezzo è il titolo di questo post.

Via col vento, in Danimarca

Negli ultimi giorni in nord Europa tirava molto vento. Così la Danimarca, paese leader in Europa per la produzione di energia eolica, ha battuto nuovi record. Secondo il Guardian la sera di giovedì 9 luglio i generatori eolici del paese hanno raggiunto una potenza prodotta pari al 119 per cento della domanda nazionale di elettricità. E poche ore dopo, nella notte tra giovedì e venerdì, quando la domanda si è abbassata, la produzione ha raggiunto il record del 140 per cento, con l'energia in eccesso esportata in Germania, Svezia e Norvegia.

venerdì 10 luglio 2015

Omar Sharif, 1932 - 2015

Omar Sharif è morto oggi al Cairo per un attacco cardiaco. Da qualche tempo soffriva di Alzheimer. Oltre a Lawrence d'Arabia, Dottor Zivago e Funny Girl era stato anche un improbabile Che Guevara nel film Che! del 1969 (sotto). Aveva un debole per il gioco d'azzardo e adorava il bridge. La leggenda vuole che Sharif in una partita di bridge abbia perso una favolosa villa a Lanzarote, acquistata nel 1973 per 4.5 milioni di sterline.


Alla Grecia non basta il sì dell'Eurogruppo

Se l'Eurogruppo approva la proposta greca sei nazioni devono successivamente ratificarla in parlamento: Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Olanda e Slovacchia.

Tse Guevara

giovedì 9 luglio 2015

Un senso a questa storia

Quindi, all'ultimo momento, rifiuti di sottoscrivere un accordo che prevede nove miliardi di risparmi, i cosiddetti "sacrifici". A quanto si dice la differenza tra le parti era di 200 milioni. Indici un referendum in 8 giorni, chiedendo al popolo se vuole o no quell'accordo. Secondo alcune stime il referendum costa 200 milioni. Il popolo dice no. Esultanza generale. Cinque giorni dopo tu - sì, proprio tu - proponi un nuovo accordo con dodici miliardi di sacrifici.


Dillo con il pane

Un fornaio di Atene sta descrivendo la situazione greca con delle composizioni di pane. Notevole questa con i coccodrilli che azzannano il pane a forma di Grecia.



Foto del Giorno 150709 #787

Still Life, Ancona

Zainetto rosso

Il nuovo ministro dell'economia di Grecia Euclidis Tsakalotos al suo arrivo alla riunione del consiglio dei ministri ad Atene questo pomeriggio.


I regali che non vorresti mai ricevere

Uno degli oggetti più di cattivo gusto che abbia mai visto.


mercoledì 8 luglio 2015

Joni Mitchell è a casa, dopo tre mesi di ospedale

Dopo varie voci allarmanti, tra le quali quella di David Crosby, l'avvocato di Joni Mitchell ha confermato che l'artista è tornata a casa dopo un lungo ricovero in ospedale, dove era entrata il 31 marzo a causa di un aneurisma. Secondo l'avvocato Rebecca J. Thyne "Non è in grado di camminare, ma parla e mangia da sola. Ci aspettiamo un pieno recupero". Una nota è stata pubblicata anche sul sito ufficiale di Joni Mitchell.

Il giorno di Guy Verhofstadt


Il canale YouTube di ALDE ha pubblicato la replica di stamani di Guy Verhofstadt all'intervento di Alexis Tsipras al Parlamento Europeo di Strasburgo. Si è già molto parlato di questo discorso, particolarmente incisivo e convincente. I politici italiani dovrebbero impararlo a memoria, qualunque sia la loro opinione sulla crisi greca.
Il leader liberale, in camicia bianca e scravattato come il premier greco, sbatte davanti a Tsipras una serie di considerazioni pesantissime. Prima sottolinea come in Grecia le assunzioni nel pubblico impiego siano sempre clientelari anche con il governo di di Syriza, che per i posti apicali sceglie i suoi fedelissimi. Poi, dopo avere ricordato che la crisi la pagheranno i cittadini greci e avere rimarcato i prililegi intoccabili delle professioni protette, degli armatori, della chiesa copta e dei militari Verhofstadt si rivolge a Tsipras dicendo: "Nessuno in Grecia ha mai avuto un mandato politico forte come il suo. Anzi, doppiamente forte, perché adesso ha vinto anche il referendum. Faccia le riforme". E conclude: "Come vuole essere ricordato? Come un vero leader o un falso profeta"?
Tsipras basito, sorrideva nervoso e prendeva appunti.


Arrivano più migranti in Grecia che in Italia

Secondo l'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), pubblicato il 1 luglio, la rotta dal nord Africa all'Italia non è più la principale via di ingresso dei migranti diretti in Europa. Seppure di poco, ora prevale la via dalla Turchia verso la Grecia. Le statistiche hanno un senso, visto che la maggioranza dei profughi globali sono Siriani (quattro milioni in totale i siriani espatriati, secondo UNCHR).
Chi arriva in Italia proviene da Eritrea (25%) Somalia (10%), Niger (10%), Siria (7%), Gambia (6%). In Grecia invece i profughi vengono in maggioranza dalla Siria (57%) poi da Afghanistan (22%) e Iraq (5%). I migranti arrivati in Grecia sono diretti verso nord. Almeno mille al giorno attraversano il confine con la Macedonia per proseguire attraverso la Serbia e l'Ungheria.
I dati UNHCR dicono che nel 2014 i migranti del pianeta sono stati 59.5 milioni, 8.3 milioni più del 2013. Di questi 19.5 milioni erano rifugiati. Solo una piccola parte dei rifugiati arriva in Europa. Il primo paese ospitante è la Turchia, seguita da Pakistan e Libano. In Turchia ci sono quasi due milioni di rifugiati dalla Siria, 278mila dei quali sono ospitati in 28 campi vicini alla frontiera. La città di Kilis, 108.000 residenti, ospita 128.000 profughi e sta attrezzando un campo per altri cinquantamila.
Il Libano ha la percentuale più alta rispetto alla popolazione: ospita 232 rifugiati ogni mille abitanti. Come se in Italia ce ne fossero 15 milioni.

Foto del Giorno 150708 #786

Caccia grossa

Buon compleanno Donatella (ma non chiamatela così)

Oggi Rettore compie 60 anni.


martedì 7 luglio 2015

Da Atene niente di nuovo

Ecco la dichiarazione ufficiale di Dijsselbloem che conferma che la Grecia non ha portato alcuna nuova proposta alla riunione di oggi dell'Eurogruppo. Si auspica che una nuova richiesta sia inoltrata da Atene "già domani" per iniziare nuove trattative. La tattica di Tsipras resta misteriosa.
Domani intanto Alexis Tsipras parlera a Strasburgo all'assemblea del Parlamento Europeo.



La bella gente della Lega a Bruxelles


Paul Krugman dice sì alla #Grexit





Il Bild come sempre ci va leggero


"La Spagna non è la Grecia" dice Podemos

In Spagna si voterà in autunno per le elezioni politiche. E i rampanti di Podemos, che i sondaggi danno in corsa con PSOE e Popolari, sanno bene che senza il voto moderato le elezioni non si vincono. Quindi, seppure confermando la simpatia per Syriza e Tsipras, ribadiscono che "la Spagna non è la Grecia", prendendo decise distanze da ipotesi di uscita dall'Euro o altre amenità elleniche.
Il leader di Podemos Pablo Iglesias ha dimostrato grande pragmatismo, alleandosi con liste civiche e con le forze storiche della sinistra spagnola per raggiungere la maggioranza nelle città dove si è votato due mesi fa, comprese Madrid e Barcellona. La situazione è descritta bene in questo articolo del Guardian.