mercoledì 20 agosto 2014

Da Los Angeles alla periferia di Ancona

Un giovane padre ha ucciso a coltellate la figlia di 18 mesi, a pochi chilometri da casa mia. Episodi simili non capitano spesso, per fortuna. Ovvio che i media abbiano scavato il più possibile sull'evento. L'emotività della cronaca nera aumenta i click in rete e le copie vendute, particolarmente in estate.
Succede poi che sui social network le persone in qualche modo coinvolte direttamente (i conoscenti, i vicini di casa) lamentino l'esposizione mediatica, condannino la pubblicazione delle foto del padre assassino con moglie e figlia uccisa, rifiutino il presidio dei giornalisti sotto il luogo del delitto. Ma l'episodio fa notizia ed è seguito dal pubblico con la stessa morbosità di altri simili, da Cogne a Brembate. Sotto l'ombrellone si parla di questo e di Conte CT della nazionale. Se non fosse agosto Bruno Vespa ci farebbe un plastico, con i commenti in studio di Bruzzone e Crepet.
I giornalisti fanno il loro lavoro e facebook è diventata una formidabile image bank, da cui attingere senza avere bisogno di un liberatoria. Chi si scandalizza ha torto, e per garantirsi l'immunità dovrebbe cancellare tutte le sue foto sui social network. Oltre che ricordarsi che lo sdegno non può essere a intermittenza: le foto della giovane Gambirasio sono state per anni su ogni testata. Altrettanto è accaduto per le immagini del suo presunto omicida, e sottolineo presunto, con buona pace di quasi tutti. Invece quando la tragedia è locale scatta una sorta di sindrome NIMBY dal profilo macabro: i delitti possono succedere, ma non nel portone accanto. In quel caso i giornalisti diventano sciacalli e il fatto di cronaca andrebbe taciuto, sepolto per sempre. Poi la sera tutti davanti alla TV a guardare Chi l'ha visto e farsi i fatti degli altri, come al solito.
La chiosa è un articolo di oggi del Los Angeles Times, che torna sul suicidio di Robin Williams. Il pezzo, firmato da Andrew Klavan, è interessante. Klavan scrive che non è compito dei giornalisti dipingere un mondo migliore della realtà evitando le notizie sgradevoli. "Perché questo è il lavoro del giornalista: la storia. Il suo unico lavoro: raccontare integralmente la storia". Tutta la storia, anche i particolari sgradevoli. Anche che Robin Williams si è impiccato con una cinta dopo avere provato a tagliarsi le vene. Anche che un padre impazzito ha ucciso con cinque coltellate la sua bambina di diciotto mesi.
"Il meglio che possiamo fare è il giornalismo. Senza pietà, paure e favori" scrive Klavan. Secondo me ha perfettamente ragione.

PS Vorrei solo sapere cosa sono le "voci mistiche".

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