sabato 14 dicembre 2013

L'alternativa sostenibile ai funghi radianti

Non tutti se ne rendono conto, ma i funghi radianti che riscaldano i fumatori di fronte ai locali pubblici o semplicemente rendono praticabili i tavolini all'aperto anche nelle mezze stagioni sono una micidiale fonte di inquinamento: ognuno di questi bruciatori a gas produce almeno 2.6 Kg di CO2 all'ora, i più vecchi e malfunzionanti molto di più.
In Europa si discute sulla proibizione di questi arnesi da almeno cinque anni. Il riscaldamento all'aperto è ovviamente un processo dispendioso ed energivoro, la maggior parte del calore prodotto se ne va per aria. I patio heater, da noi chiamati funghi, sono tecnologicamente piuttosto primitivi: sulla base c'è una bombola di gas (GPL, butano o propano) mentre in cima allo stelo è alloggiato un grosso bruciatore. Il calore della fiamma è riflesso verso il basso da un disco di metallo, con dispersioni enormi.
Alcune amminstrazioni comunali le hanno messo i funghi al bando. In Francia lo hanno fatto Parigi, Lione, Lille e Perpignan, ma Parigi è dovuta tornare sui suoi passi, dopo aver perso un ricorso al tribunale amministrativo. Parigi è l'esempio più eclatante di utilizzo di questi arnesi: in città ci sono 8600 dehors di bar e ristoranti, quasi tutti riscaldati.
Ora Parigi inizierà a sperimentare una alternativa sostenibile. Si chiama Urban Parasol ed è un'idea dello studio americano Amorphica. La struttura è composta da pannelli solari fotovoltaici e termodinamici, in grado di alimentare un impianto di illuminazione LED e riscaldare l'area sottostante. Oltre che nei locali pubblici Urban Parasol può essere utilizzato alle fermate dei mezzi pubblici e in altri spazi collettivi.



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