venerdì 14 giugno 2013

Clima, progressi ma troppo lenti

Le due settimane di negoziati sul clima di Bonn si sono concluse ieri sera con l'approvazione di un documento finale prodotto dal gruppo ADP, dove si discute l'attuazione della cosiddetta Durban Platform. La COP 17 di Durban 2011 si concluse con la decisione di predisporre un nuovo accordo globale sul clima entro il 2015 per farlo entrare in vigore entro il 2020. L'architettura di questo accordo è estremamente complessa, con molte questioni tecniche ancora irrisolte e soprattutto il nodo finanziario, cioè chi mette i soldi, chi li prende e quanti sono.
La sessione di Bonn ha mostrato segnali di progresso, ma non abbastanza sostanziali da garantire che la scadenza del 2015 possa essere rispettata. Per cercare di restare in tabella di marcia è stato deciso di mettere in agenda una sessione negoziale in più nel 2014.
Nel merito degli accordi si sono registrati segnali di apertura, come da parte del gruppo dei paesi arabi, ma al contrario una nazione importante come la Russia ha assunto posizioni rigidissime e spesso ostative allo svolgimento stesso dei negoziati. Inoltre molti lamentano che, mentre si discute e si ricama attorno ad un accordo che entrerà in vigore nel 2020, nulla o quasi viene attuato per questi sette anni che ci separano da quella scadenza. E sono sette anni cruciali per invertire la tendenza dell'aumento delle emissioni in atmosfera.
Il prossimo appuntamento è la COP 19 di Varsavia, dall'11 al 23 novembre.

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