lunedì 6 agosto 2012

Il ministro che sussurrava ai ministri

I veleni dell'Ilva di Taranto non hanno contagiato solo il quartiere Tamburi e il Mar Grande e Mar Piccolo di Taranto, ma anche il ministero dell'ambiente. A cominciare dall'uomo solo al comando, il ministro Corrado Clini. Alcune intercettazioni di alti funzionari dell'Ilva parlano di un certo "Corrado" come uomo di fiducia nel ministero.
Clini, ministro da pochi mesi, è direttore del ministero dal 1990, come precisa la sua biografia ministeriale. Oggi in aspettativa, ovvio. Ma 21 anni passati a dirigere la struttura gli permettono di conoscere ogni angolo dell'orribile palazzo di Via Cristoforo Colombo dove ha sede il ministero.
Secondo la migliore tradizione dei dirigenti apicali dello stato Clini ha visto passare il cadavere di molti ministri, da Ruffolo (che lo nominò dirigente) a Prestigiacomo, passando per Ripa di Meana, Rutelli, Spini, Matteoli, Baratta, Ronchi, Bordon, Pecoraro Scanio. Ma ha visto andarsene altrove o in pensione anche molti suoi colleghi, tanto che al termine del mandato di Prestigiacomo era rimasto l'unico direttore di ruolo in servizio al ministero.
Quando i ministri non possiedono particolare competenza, i dirigenti sono informalmente investiti da ruoli decisionali molto importanti. Nei tre anni in cui in via Cristoforo Colombo era insediata il ministro invisibile Prestigiacomo il direttore Clini ha certamente dovuto consigliarla e indirizzarla.
Oggi su Repubblica c'è una intervista a Clini di Antonio Cianciullo in cui il ministro nega di essere il "Corrado" delle intercettazioni. E aggiunge ""Io rispondo del mio operato e di questa vicenda non so nulla."
Se aggiungiamo le ipocrisie del quinto conto energia, i contributi ai combustibili fossili, la scarsa attenzione agli enti locali e ai network, le posizioni ultramoderate nei negoziati internazionali, possiamo essere certi che il governo Monti non passerà alla storia per le politiche sui temi dell'energia e dell'ambiente.

Nessun commento:

Posta un commento