mercoledì 9 maggio 2012

Il mistero dei piatti di plastica

Secondo l'accordo sottoscritto da ANCI e CONAI dal 1 maggio i piatti e bicchieri di plastica potrebbero essere riciclati. Fino ad oggi i manuali della raccolta differenziata davano l'indicazione di gettarli nell'indifferenziato, come tutti gli oggetti in plastica che non sono imballaggi. Invece adesso piatti e bicchieri sono stati "promossi" a semi-imballaggi e quindi assimilati a bottiglie, contenitori e pellicole. La classificazione non vale però per le altre stoviglie monouso come le posate di plastica, che dovranno continuare ad essere trattate come rifiuti indifferenziati alla pari di penne, mollette da capelli e da bucato, giocattoli e tutti gli altri oggetti in plastica. Tecnicamente potrebbero essere riclicati anche loro, ma i produttori non pagano i contributi per il recupero e il trattamento.
L'ingresso di piatti e bicchieri di plastica nel riciclo è una buona notizia per i comuni, che potranno ricevere il contributo dei produttori. Le aziende dei rifiuti sembrano invece confuse. Come riferisce Eco dalle Città a Milano AMSA invita i cittadini a riciclare le stoviglie, mentre a Torino si è scelto di mantenere l'indicazione di gettarli nell'indifferenziato. Alcuni comuni hanno avviato campagne di informazione, altri restano in silenzio. Le ragioni degli scettici sono legate principalmente alla qualità del rifiuto: si teme che i piatti vengano conferiti con troppi residui alimentari. In realtà COREPLA chiarisce che non c'è bisogno di lavarli, basta che i residui non superino il peso delle stoviglie per garantire una qualità sufficiente per il processo di riciclo. Insomma, basta svuotarli nel sacchetto dell'organico prima di metterli in quello della plastica.

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