sabato 19 marzo 2011

Low-Tech atomico

Il Giappone è uno dei paesi più all'avanguardia, da sempre culla delle nuove tecnologie. Malgrado questo l'incidente nucleare della centrale di Fukushima è stato affrontato maldestramente e con soluzioni decisamente lo-tech.
La TEPCO, che gestisce l'impianto, ha cercato nei primi giorni di sminiure la portata dell'incidente e di rimediare con le proprie forze. Visto che gli impianti di raffreddamento non funzionavano si è cercato di pompare acqua di mare all'interno dei reattori. Con pompe e idranti azionati a mano, stile vigili del fuoco. La temperatura dei reattori e delle vasche dell'uranio continuava a salire e a quel punto sono stati chiamati polizia, pompieri e protezione civile. Le soluzioni però sono state sempre alla viva il parroco e si è passati a dei maxigavettoni gettati dagli elicotteri, rivelatisi quasi inutili soprattutto per l'imprecisione. Poi ci si è affidati ai mezzi antincendio dei vigili del fuoco e agli idranti antisommossa della polizia, che da giorni continuano a lanciare acqua sui reattori ormai esposti.
Oggi la TEPCO ha annunciato di avere riallacciato l'energia elettrica ai reattori 5 e 6, gli unici non ancora danneggiati.ma che stavano mostrando aumenti preoccupanti di temperatura. Adesso spera di riportare la corrente anche agli altri quattro reattori. Come? Con una mazi prolunga, un cavo elettrico volante lungo un chilometro e mezzo. Per stenderlo oggi erano impegnati cento uomini.
I filoatomici hanno sempre sostenuto che l'incidente di Chernobyl era stato aggravato dalla imperizia del personale della centrale. Ci ripetevano che in Occidente la sicurezza e la preparazione agli imprevisti è tutt'altra cosa. In qualche modo si riproponeva l'iconografia rituale dei tecnici ucraini che bevono vodka e fumano, magari giocando a carte o guardando film porno, mentre gli allarmi scattano e nessuno se ne cura. Stavolta però siamo nel supertecnologico Giappone, paese rigoroso e disciplinatissimo. Eppure i pochi risultati positivi sono stati ottenuti con maxi prolunghe, gavettoni, idranti. La sicurezza di una centrale nucleare dovrebbe essere predisposta e gestita con metodi meno fantozziani.

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