giovedì 13 gennaio 2011

Nel frattempo, in Sudan

Mentre in Italia si discute sulla legittimità di accordi di fabbrica, primarie e impedimenti in Sudan si svolge un referendum popolare sull'indipendenza del sud del paese, da decenni consumato in una eterna guerriglia di secessione.
Il South Sudan è un territorio abitato da gente che vive con un reddito medio di 50 centesimi di Euro al giorno, ma è ricco di petrolio. L'80% della popolazione adulta è analfabeta. Secondo Oxfam per una ragazzina di 15 anni del South Sudan sono più alte le possibilità di morire di parto che quelle di completare la scuola elementare (solo un parto su dieci è seguito da un'ostetrica, il dato più basso del pianeta).
Il referendum proseguirà fino a domenica e i risultati non dovrebbero essere noti prima di Febbraio. Gli ultimi dati confermano un'affluenza superiore al 60%, percentuale minima per la validità della consultazione. Secondo Jimmy Carter, inviato a capo della delegazione di osservatori internazionali, il referendum si sta svolgendo regolarmente "su standard internazionali".
Alcuni osservatori politici locali temono che la separazione del Sud possa portare a una balcanizzazione della nazione più grande del continente africano, con simili istanze separatiste da parte del Darfur, della zona del Mar Rosso, del Nilo Azzurro e del Kordofan meridionale.
Al seggio di Juba oggi si è presentata anche Rebecca Kadi Loburang Dinduch (foto Reuters sopra), che con una età di 115 anni è ritenuta la donna più vecchia del paese. Consegnando la scheda ha detto "E' il giorno più bello della mia vita".

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