venerdì 10 dicembre 2010

L'impressione è ormai una certezza, anche se non c'è ancora una conferma ufficiale. La conferenza di Cancun non si concluderà stasera (venerdì) ma proseguirà per l'intera giornata di domani. E per tutta la prossima notte, il che non rende allegri i delegati visto che sarebbe la terza consecutiva.
Il dato politico più importante è che le conferenze stampa programmate dagli Stati Uniti e dall'ONU sono state ambedue annullate. Difficile capire se sia un segnale positivo o meno, di sicuro è la dimostrazione che le cose sono ancora in movimento.
Intanto il fronte dei paesi in via di sviluppo si apre su posizioni sempre più diverse. Dopo l'apertura dell'India verso obiettivi di riduzione e impegni vincolanti, adesso sono i paesi più poveri - e le prime vittime del cambiamento climatico - a farsi avanti.
I 34 paesi più poveri (LSD - Least Developed States), i 53 dell'African Group, le 27 nazioni della alleanza dei piccoli stati insulari e i paesi latinoamericani del gruppo ALBA stanno lavorando per raggiungere una posizione comune a sostegno del prolungamento del protocollo di Kyoto. Differenziandosi da Cina, Brasile, India, Corea del Sud, Indonesia, Sud Africa e gli altri grandi paesi emergenti.

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