domenica 19 dicembre 2010

Grin economy

L'Unione Europea ci chiede un piano strutturale di rientro dal debito. La conferenza ONU di Cancun si conclude con un accordo che prevede una riduzione delle emissioni di CO2 tra il 25 e il 40% entro il 2020. Sempre a Cancun la Germania dichiara la propria volontà di ridurre le emissioni del 40% al 2020 "senza condizioni". Il ministro inglese Chris Huhne un mese fa aveva lanciato il programma nazionale per una green economy, l'unica in grado di sviluppare occupazione e progetti a lungo termine.
In Italia invece abbiamo una grin economy. Grin in inglese vuol dire sogghigno. E' quello del ministro capoclasse Tremonti, che non ha mai nascosto il suo disprezzo verso le energie rinnovabili e la sua incapacità a progetti innovativi, concentrando la sua attenzione, forse per deformazione professionale, nel contenimento generale delle spese senza scelte strutturali. Mulini a vento, cultura che non si mangia, il capoclasse ostenta sarcasmo e non guarda oltre l'ultima riga del bilancio di cassa.
Dal canto suo la ministra invisibile dell'ambiente Prestigiacomo ha salutato con un euforico comunicato gli esiti della conferenza di Cancun (lei era tra quelli che non credeva ad un esito positivo, by the way), dimenticando che l'accordo apre la porta a riduzioni delle emissioni entro il 2020, cioè solo tra dieci anni, alle quali l'Italia si è sempre opposta e non è preparata. Al contrario di Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna e molti altri, che stanno basando la loro ripresa sui temi della green economy, l'Italia applica il suo modello di economia del sogghigno, la grin economy.
Nel frattempo i deliri atomici del governo si complicano, con buona pace di Umberto Veronesi, sempre più senile e sempre meno autorevole. Qualcuno si è accorto che il mancato raggiungimento degli obiettivi di Kyoto costerà all'Italia 2.2 miliardi di Euro, di cui 1.7 direttamente dalle entrate fiscali (qui il rapporto Carbo diem di Sandbag). La chiosa è la frase che il presidente del consiglio pronunciò al Consiglio Europeo di dicembre 2008, quando fu approvato il pacchetto 20+20+20. In quella occasione Berlù disse "Oggi mi tocca fare il cattivo, così divento il più antieuropeista di tutti...Trovo assurdo parlare di emissioni quando c'è una crisi in atto. E' come se chi ha la polmonite pensa di farsi la messa in piega..." (la sintassi improbabile è letterale).  
Grin Economy, appunto.

2 commenti:

  1. Ciao Emilio. Naturalmente come sempre sei unico. Se da Roma ci spostassimo nelle Marche e resistessimo alla tentazione di pensare che l'Ete ha visto giusto nel mettere a soqquadro i terreni di Mister Tods e dei suoi tragici imitatori (non so se hai visto cosa portano al Micam chiamandole calzature di altissima qualità), se non altro per il rispetto assoluto che si deve ai morti, scopriremmo che le politiche per i parchi regionali e nazionali sono cose che incidono sui disastri cosiddetti naturali e li prevengono anche, se sono politiche robuste gestite da competenti che ci credono.
    Invece qui sembra che il principale problema sia dimostrare che Oreficini fa le previsioni del tempo meglio del mago Otelma, e che se dopo i dieci anni che abbiamo vissuto nel caos che conosciamo si approvasse una qualsiasi legge urbanistica regionale tutto si rasserenerebbe e voleremmo altissimi cantando tutti dona dona dona assieme a Joan Baez.
    Invece non è nemmeno vero che se i parchi fossero parchi veri e se il sistema delle autonomie li utilizzasse come laboratori viventi delle politiche indispensabili all'uscita dalla crisi sana e moderna tutto sarebbe sistemato. Altre aree d'Europa sono a quel punto e battono testate dolorosissime contro muri quali la crisi delle sinistre e la prepotente avanzata delle destre, del populismo e dell'antipolitica che non sono in campo solo in Ancona, purtroppo per il globo.
    E allora che fare? Giochiamo. Grin economy è delizioso e per qualche minuto ci rilassa il sensore vigile. Io aggiungo defendemos la alegria, che reggerà fino alle elezioni di Barcellona nelle quali i nostri (???, bene, diciamo i miei) perderanno di sicuro e la alegria virerà in depressione. El hombre deprimido jamas sera vencido? Quien sabe. Facciamoci la messa in piega. Spieghiamo all'assessore regionale Donati che se le cose non le sa è meglio che faccia finta di saperle che tanto non si accorge nessuno, e godiamoci lo spettacolo delle brutte scarpe ascolane da buttare grazie al fortunato intervento dell'Ete vivo o morto che sia.
    (mariano guzzini)

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  2. Mariano, lunedì mattina vado a Barcellona invitato per un convegno sulla sostenibilità urbana, cercherò di fare un po' di campagna elettorale per i tuoi. Che poi sono anche miei. Imma Mayol, attuale assessore all'ambiente, è un'amica cara.

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