mercoledì 14 luglio 2010

Amo il Giappone, non i Soprintendenti

Per un paese come l'Italia, abituato al dispotico e insindacabile potere delle soprintendenze, certi interventi sembrano possibili solo su un altro pianeta. E in effetti il Giappone è quasi un altro pianeta e di certo non deve sottostare ai capricci di un qualsiasi soprintendente, convinto di custodire nella sua scatola cranica le declinazioni assolute della bellezza, del pregio e della memoria. Le soprintendenze sono rimaste l'unica autorità monocratica dell'Italia e forse dell'occidente. La democrazia, la partecipazione e la sussidiarietà non le scalfiscono.
Così su un sito raffinato come Dornob scopro un intervento a Hyogo di Katsuhiro Miyamoto Associati con un ampliamento di un edificio composto da un elemento originale che risale a 300 anni fa e una porzione del primo novecento. Il nuovo volume, interamente costruito in legno, si sviluppa attorno a tre lati dell'edificio storico, per il quale funge anche da protezione antisismica. Le facciate esterne sono ricoperte da tavole di legno di cedro bruciato, che si mescola alla perfezione con lo stile vernacolare dell'architettura del luogo.