martedì 11 agosto 2009

Moldavia, l'Europa di sponda

Chi gioca a biliardo conosce bene il concetto di sponda. Quando non riesci ad arrivare diritto, puoi farlo usando con perizia un rimbalzo.
Questo sta accadendo in Moldavia, repubblica ex sovietica con forte ascendenza romena. In Moldavia due terzi dei quattro milioni di abitanti parla romeno e sente molto più vicina Bucarest di Chisinau, la capitale dello stato. Accade così che la gran parte dei giovani moldavi che può permetterselo vada a studiare in Romania, anche alla ricerca di un passaporto romeno che garantirebbe l'ingresso in Europa. La Romania accoglie a braccia aperte i Moldavi, tanto che le relazioni diplomatiche tra i due stati sono diventate estremamente tese.
La storia è raccontata da Presseurop che traduce un articolo di Le Monde. La Moldavia ha avuto le sue elezioni politiche anticipate lo scorso 29 luglio. Il partito comunista, al potere dal 2001, ha perso la sua maggioranza e i quattro maggiori partiti di opposizione, dopo dieci giorni di intensi negoziati, hanno annunciato la volontà di formare una coalizione di governo, che potrebbe contare su una esile maggioranza di 53 seggi su 101. La coalizione non avrebbe comunque i tre quinti dell'assemblea, pari a 61 voti, che sono necessari per l'elezione di un nuovo presidente che sostituisca il comunista Vladimir Voronin, che dopo due mandati deve lasciare l'incarico. Questo lascierebbe la Moldavia in una situazione di stallo, con il concreto rischio di nuove elezioni.
Ecco perché, secondo il presidente romeno Basescu, due milioni di Moldavi vorrebbero la cittadinanza romena. In pratica la metà della popolazione.

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