sabato 7 marzo 2009

Per qualche camera in più.

Dopo le anticipazioni di stampa sabato sera il presidente del consiglio è tornato sull'ipotesi di Piano Casa per il rilancio dell'edilizia.
Evitando prevenzioni e faziosità ho voluto leggere i resoconti di quanto detto da Berlù su fonti neutre come l'ANSA o addirittura decisamente benevole come Panorama e il Giornale di famiglia.
Secondo queste testate il provvedimento, già discusso con alcuni presidenti di regione del centrodestra, potrebbe essere approvato nel consiglio dei ministri di venerdì prossimo. L'elemento saliente sarebbe il permesso di ampliare gli edifici esistenti, con particolare attenzione a quelli residenziali. La possibilità di ricavare nuovi volumi sarebbe facilitata anche da uno snellimento del processo autorizzativo, con l'introduzione di una certificazione firmata da un tecnico al posto dei permessi comunali.
Il Giornale riporta Berlusconi che dichiara come il piano servirà a "dare a chi ha una casa e nel frattempo ha ampliato la famiglia la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente". "Villa" è riportato da tutte le cronache di stampa, e non è un lapsus o una semplificazione da miliardari. La realtà è che la possibilità di ampliamento potrebbe essere realmente sfruttata solo da chi possiede abitazioni unifamiliari, al massimo dai proprietari delle famigerate "villette a schiera". Sempre Berlù ha aggiunto che non si rischiano abusi “perché tutto quello che si farà sarà in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti”. In caso di edifici composti da più unità immobiliari l'ampliamento può essere chiesto anche da singoli separatamente. Ma come si può ampliare un appartamento al terzo piano o una casa di ringhiera? Con delle protuberanze, dei bubboni sulle facciate staticamente rischiosi. Al massimo potranno essere incorporati vani scale e tamponati balconi o ballatoi, di cui è facile prevedere l'estinzione.
Il provvedimento è solo annunciato, nel classico stile berlusconiano, quindi inutile speculare prima di avere un testo approvato. Il commento possibile oggi è che non è l'ampliamento dell'esistente la chiave di rilancio del settore edilimmobiliare. Sarebbe più utile ad esempio eliminare i tributi da pagare per la divisione degli immobili. Il "frazionamento" come lo si chiama in gergo tecnico, costa caro. La conseguenza sono appartamenti di grandi dimensioni occupati un tempo da famiglie numerose e oggi abitati da persone sole o coppie anziane, che dopo la dipartita dei figli mantengono metrature inutili, costose ed energivore. Se questi alloggi sovradimensionati potessero essere divisi senza tasse, o magari con degli incentivi, si ridurrebbe il consumo di territorio e si utilizzerebbe al meglio il tessuto urbano esistente, con consistenti risparmi per la mobilità e le reti di servizi.
Domenica mattina qualche altra anticipazione arriva da una intervista di Niccolò Ghedini a La Stampa. All'obiezione che le facilitazioni aiuteranno essenzialmente i ricchi l'avvocato del premier replica: "In Italia le case di proprietà appartengono all’85 per cento dei cittadini e direi che i ricchi hanno già case abbastanza ampie da non aver bisogno di costruire di più".
La sostanza del provvedimento: per nuove ristrutturazioni e ampliamenti, basteranno delle autocertificazioni firmate da professionisti e con la formula del silenzio-assenso (a 30 o 60 giorni), si potrà procedere a ristrutturazioni o addirittura ampliamenti dell’esistente. Fino al 20 per cento in più di cubatura se si tratta di edilizia residenziale abitativa, fino al 30 per cento in più in caso di demolizione e ricostruzione di nuovi palazzi con un margine di un ulteriore 5 per cento se per la ricostruzione verranno utilizzati materiali e criteri di bioedilizia. La legge prevede l’applicazione solo per edifici già esistenti fino al dicembre del 2008 e le richieste di ampliamento dovranno essere presentate entro il dicembre del 2010.
In un paese normale non sarebbe necessario ribadirlo, ma Ghedini tiene a dire che "infine ci sarà il divieto assoluto di qualsiasi ampliamento per gli immobili abusivi".

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