sabato 13 dicembre 2008

Ore piccole per chiudere Poznan

Alle 2:59 di stamattina il ministro polacco dell'ambiente Maciej Nowicki, presidente della conferenza, ha dichiarato ufficialmente chiuso il summit di Poznan (ecco il comunicato stampa ufficiale ONU).
L'appuntamento di quest'anno, a metà strada nel percorso tra Bali e Copenhagen, era stato definito fin dall'inizio una tappa interlocutoria, e tale si è confermato. Tuttavia la strada è segnata e l'accordo raggiunto ieri dai 27 a Bruxelles ha rafforzato l'ipotesi di concludere i negoziati del dopo Kyoto alla COP-15 di Copenhagen, nel dicembre 2009.
"Da adesso in poi si fa sul serio" ha detto il segretario di UNFCC Yvo de Boer commentando la fine dei lavori. Ora le commissioni dovranno cominciare la stesura del nuovo protocollo, redatto a partire dal primo meeting del 2009, in programma a Bonn dal 29 marzo all'8 aprile. Un secondo incontro, previsto sempre a Bonn dal 1 al 12 giugno, dovrebbe vedere la presentazione della prima bozza completa del documento, che poi sarà rivisto e corretto nel terzo ed ultimo pre-meeting verso la fine di agosto/inizio di settembre (data e sede non sono ancora stati decisi).
Sul fronte politico la decisione più importante di Poznan è probabilmente la formalizzazione del progetto di un fondo internazionale per il sostegno economico ai paesi poveri nell'adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione dei disastri (Adaptation Fund), finanziato con il 2% dei proventi del Clean Development Mechanism. Malgrado questo i paesi in via di sviluppo si aspettavano di più, e i loro commenti finali sono i più amari, a cominciare dall'India che lamenta la mancata adesione dei paesi occidentali a contribuire economicamente in aiuto dei paesi poveri per le calamità naturali. Anche il capo delegazione cinese Su Wei ha lamentato "progressi limitati, se non nulli".
Molto più positivi i commenti occidentali, motivati sia dall'accordo europeo raggiunto a Bruxelles che dalla certezza che la presidenza di Obama cambierà radicalmente la posizione degli Stati Uniti. Generalmente negativi i pareri delle ONG, ma questo è retorico.
Stravolti gli oltre diecimila delegati (foto sotto) che is sono trascinati per due settimane tra tavoli di negoziazione, conferenze tematiche ed eventi paralleli. Secondo le stime la conferenza è costata almeno 30 milioni di Euro.

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