sabato 25 ottobre 2008

Sapore di sale

Nel mondo ci sono 13.080 impianti di dissalazione, che ogni giorno trasformano 45 milioni di metri cubi di acque marine o salmastre in acqua potabile. Sono quantità già enormi, eppure si tratta solo dello 0,5% del fabbisogno quotidiano del pianeta. Il dissalatore più grande del mondo produce 273.000 m3 a giorno e si trova ad Ashkelon in Israele, ma la maggior parte degli impianti è nel medio oriente arabo.
Di fronte alla domanda crescente anche altri paesi stanno considerando l'acqua salata una risorsa, a cominciare dagli Stati Uniti, che oggi con il 16% del totale di acqua depurata sono il secondo "trasformatore" mondiale dopo l'Arabia Saudita.
Per rendere potabile l'acqua salata si usano due metodi. Il primo, quello più semplice, consiste nella distillazione ed è estremamente dispendioso in termini di energia. Il secondo, più sofisticato, viene chiamato "osmosi inversa" e siccome non sono un chimico evito di addentrarmi nelle spiegazioni scientifiche, limitando ad accennare che in questo caso l'acqua viene spinta con forte pressione attraverso una serie di membrane, poi cosa succeda davvero non lo so.
L'osmosi inversa, che vede l'Australia all'avanguardia, si compie con molta meno energia della distillazione, ma anche con questo processo la bolletta energetica incide tra il 30 e il 40% dei costi di produzione. In pratica ogni metro cubo di acqua potabile costa da 1 a 2 dollari, ovvero dieci volte quanto costa estrarre l'acqua dai pozzi. C'è poi il problema del sale, che una volta separato va messo da qualche parte. Alcuni impianti lo disperdono di nuovo in mare, altri lo sotterrano.
Malgrado tutte le perplessità la produzione di acqua dissalata raddoppierà entro il 2015, anche con la realizzazione di impianti che utilizzano energia da fonti rinnovabili, come sta facendo l'Australia e persino Abu Dhabi, che ha progettato un dissalatore ad energia solare per il nuovo insediamento di Masdar City.
Sulla dissalazione punta Cipro, la nazione più siccitosa d'Europa dove però, per rispondere alle esigenze del mercato turistico anglosassone, si stanno costruendo dieci campi da golf, ognuno dei quali succhia un milione di metri cubi d'acqua l'anno, quanto una città di 12.000 abitanti.

Nessun commento:

Posta un commento