giovedì 30 ottobre 2008

Web sostenibile 3.0

Ancora non abbiamo capito bene cosa sia il web 2.0, ma già qualcuno lavora nella nuova cornice del web 3.0.
Uno dei fondamenti del web 3.0, o web semantico, sarà la ricerca intelligente. In pratica i search engines saranno in grado di riconoscere e associare i significati delle parole e ridurre la ricerca all'ambito di interesse, a seconda di chi cerca e di dove cerca. Così ad esempio digitando "viola" appariranno gruppi di referenze legate alla musica da camera, al giardinaggio, alla terapia del colore o alla Fiorentina, e non tutto confuso come accade oggi.
Il principio della "ricerca semantica" è alla base di truevert, un nuovo motore di ricerca di matrice ecologista attualmente disponibile in una release beta. Truevert utilizza la ricerca semantica partendo da una "formazione mentale" ambientalista, quindi classifica le informazioni in modo selezionato. Se si digita la parola "solare" truevert sa che probabilmente stiamo cercando qualcosa legato all'energia piuttosto che delle creme protettive.
Truevert impara il significato delle parole leggendo i documenti e non seleziona i risultati attraverso criteri tassonomici od ontologici precaricati. Non limita la sua "conoscenza" ad alcuni siti o ambiti predefiniti e non utilizza dizionari o enciclopedie.
Provare per credere, il link è qui. Io ho digitato dei lemmi con esiti interessanti poi ho fatto la "madre di tutte le ricerche": ho scritto il mio nome. Mi sono trovato classificato in vari gruppi di risultati ordinati piuttosto logicamente, da Agenda 21 al Forum dell'Adriatico, dalla città di Ancona a questo blog. Una vera figata.

martedì 28 ottobre 2008

Sole, Calore, Energia

Il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha inaugurato la scorsa settimana a Bakersfield la prima centrale energetica alimentata dal solare termico. Ecco come funziona: attraverso delle lenti di Fresnel la luce solare viene concentrata in una tubazione lineare fino a bollire e produrre vapore, che alimenta una turbina e produce energia elettrica. L'impianto riesce a conservare l'acqua a una temperatura tale da permettergli di funzionare anche di notte. Semplice ed economico, se è vero che Ausra, l'azienda che ha costruito la centrale, dichiara che l'energia prodotta costa 10,4 centesimi di dollaro per Kw/ora e che il costo può essere ridotto fino a 7.9 cent.
La centrale usa solo acqua e quindi non produce scorie o emissioni nocive. L'impianto di Bakersfield è un prototipo di piccole dimensioni (solo 5 Mw) ma il prossimo anno sarà avviata la costruzione di un impianto da 177 Mw, pronto per il 2011 (una centrale a carbone standard produce 800 Mw). Lo scorso giugno Ausra ha inaugurato una fabbrica di componenti a Las Vegas che dovrebbe permettergli di produrre ogni anno impianti per 700 Mw.
Ausra è un azienda californiana rampante, ma altri competitor stanno crescendo nel mercato americano del solare termico, come eSolar e BrightSourceEnergy.
Lo scorso anno Ausra aveva fatto scalpore annunciando che la loro tecnologia permetterebbe di fornire tutta l'energia necessaria agli Stati Uniti con 92 miglia quadrate (238 Kmq) di solare termico.

Il tempio di vetro

Il tempio buddista di Wat Pa Maha Chedi Kaew è 600 km a nord di Bangkok ed è stato costruito con un milione e mezzo di bottiglie di vetro riciclate.
La raccolta delle bottiglie usate risale al 1984, quando alcuni monaci cominciarono ad utilizzarle per decorare le loro stanze. Da allora è diventata una vera industria. Vengono utilizzati anche i tappi a corona, con cui i monaci disegnano grandi mosaici a terra.

lunedì 27 ottobre 2008

Endorsement/2

Tra i primi a dichiarare il proprio endorsement per Baraccobbama (come lo ha chiamato sabato citandolo all'inizio del suo discorso al Circo Massimo) c'è sicuramente W.
Chi ama scorrere le liste non può perdersi il sito Obama endorsements, che elenca tutti coloro che si sono apertamente schierati per Barack. Dai rabbini alle femministe, dai sindacati alle testate giornalistiche, da Bruce Sprinsteen a Robert De Niro.

Endorsement

Si chiama endorsement una dichiarazione pubblica di sostegno e di approvazione, e Barack Obama ne sta incassando a ripetizione. Una delle più importanti è arrivata ieri dal Financial Times, prestigioso quotidiano finanziario londinese. In un editoriale dal titolo "Obama è la scelta migliore" il FT confessa di avere accolto con molte riserve la candidatura di Obama e di essersi poi ricreduto strada facendo. Di Barack il giornale loda soprattutto la proposta di riforma del sistema sanitario e la calma programmatica con cui il senatore dell'Illinois sta affrontando la crisi finanziaria. Conferma invece le critiche già rivolte ad Obama sulla sua visione delle politiche commerciali, giudicata troppo protezionistica.
"State certi che Obama, in caso di vittoria, è destinato a deludere. Come potrebbe non farlo? Da lui ci si aspetta la ricomposizione degli odi razziali, la riduzione della crescente disparità sociale, il miglioramento delle condizioni della middle class, un generalizzato taglio delle tasse, la trasformazione dell'immagine degli USA nel mondo, la fine delle perdite in Iraq, la risoluzione della crisi Afghana e molto di più" sottolinea con realismo il Financial Times.
"Le sfide che il nuovo presidente dovrà affrontare sono straordinarie. Siamo incerti se augurarlo a qualcuno, ma speriamo che quel lavoro tocchi ad Obama".

domenica 26 ottobre 2008

Dare i numeri non serve

Siamo alle solite: due milioni e mezzo per il PD, duecentomila per la questura.
La destra cita l'articolo di oggi de Il Sole 24 Ore che la butta sulla geometria e sostiene che il Circo Massimo ha una capienza massima di trecentomila persone. Ma i filogovernativi tralasciano che due anni fa, quando a manifestare contro il governo Prodi era Berlù, la stessa destra parlò di due milioni di persone in piazza San Giovanni che, sempre in termini rigorosamente euclidei, ne può contenere al massimo 150mila. Qualcuno dovrebbe ricordarlo anche a Libero.
Il Corriere della Sera evita commenti e stime, sceglie il pragmatismo e pubblica in sequenza le foto aeree della manifestazione del PD, di quella della CGIL del 2002 (record imbattuto) e della festa per lo scudetto della Roma del 2001. Il giudizio è lasciato ai lettori.
Trovo irrilevante contabilizzare le presenze, la manifestazione del PD è stata decisamente un successo. Le stime eccessive, siano in difetto o in eccesso, non modificano il senso di una giornata molto speciale, che lancia un messaggio chiaro. Mezza Italia, più o meno, ha una voglia matta di un partito di centrosinistra autorevole, rappresentativo e unito.

sabato 25 ottobre 2008

FDG 081025 #385

Milazzo, Sicilia

Sapore di sale

Nel mondo ci sono 13.080 impianti di dissalazione, che ogni giorno trasformano 45 milioni di metri cubi di acque marine o salmastre in acqua potabile. Sono quantità già enormi, eppure si tratta solo dello 0,5% del fabbisogno quotidiano del pianeta. Il dissalatore più grande del mondo produce 273.000 m3 a giorno e si trova ad Ashkelon in Israele, ma la maggior parte degli impianti è nel medio oriente arabo.
Di fronte alla domanda crescente anche altri paesi stanno considerando l'acqua salata una risorsa, a cominciare dagli Stati Uniti, che oggi con il 16% del totale di acqua depurata sono il secondo "trasformatore" mondiale dopo l'Arabia Saudita.
Per rendere potabile l'acqua salata si usano due metodi. Il primo, quello più semplice, consiste nella distillazione ed è estremamente dispendioso in termini di energia. Il secondo, più sofisticato, viene chiamato "osmosi inversa" e siccome non sono un chimico evito di addentrarmi nelle spiegazioni scientifiche, limitando ad accennare che in questo caso l'acqua viene spinta con forte pressione attraverso una serie di membrane, poi cosa succeda davvero non lo so.
L'osmosi inversa, che vede l'Australia all'avanguardia, si compie con molta meno energia della distillazione, ma anche con questo processo la bolletta energetica incide tra il 30 e il 40% dei costi di produzione. In pratica ogni metro cubo di acqua potabile costa da 1 a 2 dollari, ovvero dieci volte quanto costa estrarre l'acqua dai pozzi. C'è poi il problema del sale, che una volta separato va messo da qualche parte. Alcuni impianti lo disperdono di nuovo in mare, altri lo sotterrano.
Malgrado tutte le perplessità la produzione di acqua dissalata raddoppierà entro il 2015, anche con la realizzazione di impianti che utilizzano energia da fonti rinnovabili, come sta facendo l'Australia e persino Abu Dhabi, che ha progettato un dissalatore ad energia solare per il nuovo insediamento di Masdar City.
Sulla dissalazione punta Cipro, la nazione più siccitosa d'Europa dove però, per rispondere alle esigenze del mercato turistico anglosassone, si stanno costruendo dieci campi da golf, ognuno dei quali succhia un milione di metri cubi d'acqua l'anno, quanto una città di 12.000 abitanti.

venerdì 24 ottobre 2008

Cose americane

Un paio di ore fa il consiglio comunale di New York City ha approvato un provvedimento che introduce la possibilità di un terzo mandato per le cariche pubbliche.
Questo permetterà all'attuale sindaco Michael Bloomberg di ricandidarsi per la terza volta alla guida della città.
I voti a favore sono stati 29, i contrari 22.
Bloomberg (66) dopo una lunga appartenenza al partito democratico era stato eletto sindaco nel 2001 nelle file del partito repubblicano e poi confermato nel 2005. Lo scorso hanno è uscito dal partito repubblicano dichiarandosi indipendente. A capo della holding economica che porta il suo nome, Bloomberg è il secondo uomo politico più ricco del mondo e svolge il suo ruolo di sindaco per il compenso simbolico di un dollaro l'anno.
Tra i 51 consiglieri che hanno deciso per il terzo mandato 35 sono in conclusione del secondo e non avrebbero potuto ricandidarsi. Di questi 23 hanno votato a favore del prolungamento e 12 contro.
Molti Newyorkesi non l'hanno presa bene. Sul Village Voice Tom Robbins chiama Bloomberg "sindaco Mugabe" e anche i blog più seguiti in città, come Time Out New York o Gawker, commentano pesantemente la risoluzione.

giovedì 23 ottobre 2008

La prima centrale a onde

La prima centrale energetica alimentata dalle onde marine è in funzione da una ventina di giorni nell'Oceano Atlantico al largo di Aguçadoura, nel nord del Portogallo.
L'impianto iniziale è costituito da tre generatori, dei tubi snodati di 140 metri di lunghezza e 3,5 di diametro. La potenza attuale è di 2,25 MW, ma la configurazione finale della centrale prevede 21 MW di potenza, sufficienti a dare energia a 15.000 famiglie.
La tecnologia è stata sviluppata dall'azienda Pelamis e può avere applicazioni interessanti, visto che il potenziale energetico delle onde del nostro pianeta è stimato attorno ai due terawatt. Si tratta di quantità enormi, visto che gli Stati Uniti oggi producono in totale un terawatt di energia.
I generatori della Pelamis sono ancorati al fondo marino e posizionati perpendicolarmente alla linea di costa.Il movimento idraulico provocato dalle onde alimenta dei generatori elettrici che producono energia trasferita con dei cavi sottomarini. Chi non soffre di mal di mare può guardare il video.

martedì 21 ottobre 2008

L'Italia emarginata e indifendibile

Sono bastate due battute del presidente francese Sarkozy per vanificare la melina portata avanti dal governo italiano in questi due giorni di negoziazioni sul clima. Il pacchetto legislativo dell’Unione Europea su clima ed energia sarà approvato in codecisione, quindi a maggioranza qualificata in Consiglio UE e con un compromesso con l’Europarlamento, ha confermato Sarkozy nel suo intervento di oggi al parlamento europeo di Strasburgo (video). "La situazione ambientale del mondo - ha detto Sarkozy - non è migliorata in conseguenza della crisi finanziaria. Il pacchetto è fondato sulla convinzione che il mondo va incontro alla catastrofe se continua a produrre nelle stesse condizioni. Non vedo alcuna argomentazione che mi dica che il mondo va meglio dal punto di vista ambientale solo perché c'è una crisi economica".
Spazzata via la minaccia di veto proclamata nei giorni scorsi il ministro Prestigiacomo (nella foto con shopper di Vuitton), mai così visibile come nelle sue posizioni negative di questi giorni, resta con poche carte in mano da giocare. E il presidente del consiglio Berlusconi è sempre più solo in Europa, con le grandi potenze fermamente convinte della validità delle iniziative europee e lui che a Napoli oggi ha dichiarato che "tutti i cittadini europei devono pagare lo stesso prezzo". L'Italia pagherà un prezzo più alto perché, a differenza degli altri paesi, non ha dedicato risorse e progetti alla riduzione delle emissioni e al risparmio energetico. Solo un ragionamento semplicistico e populista può pretendere che paesi che hanno messi in atto politiche innovative e virtuose, investendo e scommettendo sul futuro, debbano oggi subire la nostra incapacità.
La posizione del governo italiano ci isola dal resto dell'Europa, perché gli altri paesi che Berlù cita come nostri "complici", ovvero tutti i nuovi ingressi dall'europa dell'Est, chiedono solo che la base contabile per la riduzione delle emissioni sia spostata dal 2005 al 1990. Se la proposta fosse accolta peggiorerebbe ulteriormente la nostra situazione e ci renderebbe ancora più inadempienti. Siamo ultimi e soli, e invece di rimboccarci le maniche ci lamentiamo e minacciamo improbabili ricatti. Difficile fare una figura peggiore.

lunedì 20 ottobre 2008

Vittorio Foa, 1910-2008



La macchina di Obama

Che auto guida il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America? La rivista Forbes è andata a sbirciare nei garage di Barack Obama e John McCain per scoprire che Obama possiede una Ford Escape modello 2008, un 'piccolo' SUV ibrido molto popolare in America (viene utilizzata anche come taxi a New York). Barack l'ha sostituita a una più imponente e meno politicamente corretta Chrysler 300, che guidava fino a qualche mese fa.
John McCain, che nei sondaggi continua a rincorrere e che l'endorsement di Colin Powell verso Obama allontana ancora di più dal candidato democratico, si consola con una Cadillac CTS, una berlina classica di stile americano senza particolari innovazioni. Anzi McCain ne possiede addirittura due, una del 2004 e una del 2007.
Anche tra gli altri candidati alla Casa Bianca la scelta più comune sembra quella dei SUV ibridi, modelli ancora non presenti sul mercato italiano, dove l'unico oggi in vendita è la lussuosa Lexus 400. Hillary Clinton guida una Mercury Mariner mentre John Edwards, Chris Dodd, Bill Richardson and Mitt Romney possiedono tutti una Ford Escape come quella di Barack. Per tutti, comunque, solo auto rigidamente made in USA.
Silvio Berlusconi normalmente gira in una Audi A8 blindata, sul predellino della quale il 18 novembre 2007 lanciò il Partito delle Libertà a Milano, in Piazza San Babila.

Oops...come non detto!

Il ministro Altero Matteoli, in capo al dicastero delle infrastrutture e dei trasporti, ha dichiarato che al vertice di oggi in Lussemburgo, dove sono riuniti i 27 ministri dell'ambiente della UE, la linea italiana sarà quella di chiedere di rinviare e rinegoziare il protocollo di Kyoto".
In merito alla affermazione di Berlusconi relativa al fatto che l'Italia non sarebbe isolata, ma insieme ad altri nove paesi che chiedono una riflessione sul 'Pacchetto clima-energia' ha detto: "Di stati che stanno dalla nostra parte ce ne sono sicuramente molti. Quando si affrontano, però, i problemi climatici e nei confronti del protocollo di Kyoto c'è molta timidezza da parte di alcuni Paesi perché si teme di essere accusati di non voler salvaguardare i problemi legati all'ambiente". Ha quindi aggiunto: "Finalmente e' venuto fuori quello che e' rimasto per troppo tempo solo all'interno del consiglio dei ministri dell'Ambiente. Ci sono paesi, come l'Italia, che sicuramente hanno problemi enormi legati proprio a queste decisioni". La dichiarazione di Matteoli è stata fatta ieri a Sky TG24.
L'Italia ha ratificato il protocollo di Kyoto con
la legge N. 120 del 2002, poco prima del summit ONU di Johannesburg. Il protocollo è entrato in vigore nel nostro paese il 16 febbraio 2005.
In ambedue queste date il nostro ministro dell'ambiente era Altero Matteoli, che ai tempi riusciva a stento a trattenere il suo entusiasmo. Nel
comunicato stampa ufficiale del ministero dell'ambiente del 14 febbraio 2005 Matteoli dichiarava che "la sfida che si apre da mercoledì prossimo è molto impegnativa, ma è possibile vincerla. Sicuramente il protocollo di Kyoto costituisce solo un primo passo nel cammino della lotta ai cambiamenti climatici (...) Per quanto riguarda l'Italia siamo impegnati a realizzare le misure già individuate dal Piano Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra approvato dal CIPE che dovranno portare l'Italia a ridurre quei 100,7 milioni di tonnellate di CO2 che ci separano da Kyoto". Il ministro concludeva affermando che "Il protocollo di Kyoto è senz'altro un trattato di grande valore politico in quanto impegna quasi tutti i paesi industrializzati in un'azione comune per sconfiggere i cambiamenti climatici, e perché dà modo di sperimentare per la prima volta meccanismi di mercato su scala globale per raggiungere un obiettivo ambientale".
In
una intervista a Repubblica dello stesso giorno Matteoli confermava il suo ottimismo: "L'Italia dovrà ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto ai livelli del 1990. Sono state individuate le misure più efficaci nei diversi settori", spiegava il ministro. "Elimineremo entro il 2009 le auto immatricolate prima del 1996, promuoveremo l'uso dei biocarburanti, attueremo misure ulteriori per l'efficienza del traffico urbano". E ancora: "Espanderemo la produzione di energia da fonti rinnovabili, potenzieremo la produzione di energia dai rifiuti, e nell'industria chimica saranno completamente eliminate le emissioni di protossido di azoto. Cercheremo pure di migliorare la gestione delle aree forestali".

domenica 19 ottobre 2008

Lettera aperta a Titti

Cara Titti,
non ci conosciamo, ma provo a rivolgermi a lei perché il ministro Renato Brunetta ha pubblicamente dichiarato che lei è la sua "fidanzata", e non è stato smentito.
Il ministro Brunetta sta vivendo una stagione di grande visibilità che temo gli abbia procurato una ebbrezza da prima pagina. L'ho visto fotografato davanti ai tornelli installati a Palazzo Chigi, con un sorriso trionfante. Mi hanno detto di averlo ascoltato a
Porta a porta ostentare dati mirabolanti sulla lotta contro i cosiddetti "fannulloni".
Il suo fidanzato ormai è un battitore libero. Interviene sulla scuola, definendo gli insegnanti "dipendenti part-time". Dice la sua anche sulla questione del rispetto delle regole europee sulla lotta contro i cambiamenti climatici. Queste regole, sottoscritte dall'Italia e pienamente condivise da tutti i paesi dell'Unione, sono definite dal suo fidanzato "una follia".
Il ministro Brunetta dovrebbe sapere che tutti i maggiori paesi dell'Unione Europea (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna) considerano il pacchetto di provvedimenti europei sul clima più un'opportunità di sviluppo che un obbligo.
Il principale del suo fidanzato, il nostro presidente del consiglio, ha dichiarato stasera che l'Italia non è sola nella sua posizione scettica, visto che "nove paesi" europei la condividono. Le nazioni in questione dovrebbero essere Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovakia e Ungheria. In realtà sono otto, ma potrebbe essere che Berlù abbia aggiunto nel suo conteggio la repubblica Ceca. Tutti paesi dell'ex blocco sovietico, tutti paesi ex-comunisti che hanno ridotto di molto le loro emissioni di CO2 rispetto al 1990, mentre l'Italia le ha aumentate senza provare a rispettare i parametri del protocollo di Kyoto (anche questo formamente sottoscritto, proprio dal precedente governo della destra). Gli otto paesi dell'Est in realtà chiedono che i conteggi delle emissioni partano dal 1990 invece che dal 2005, niente in comune con le riserve italiane.
Vedere l'Italia che proclama solidarietà e unità di intenti con Bulgaria e Romania è uno dei paradossi del governo della destra, visto che in altri scenari Berlù ama autodefinirsi uno dei "grandi" del mondo. In realtà i "grandi" sono tutti dall'altra parte: Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna e anche Stati Uniti. Sia Obama che McCain infatti hanno promesso misure rigorose nella lotta contro il cambiamento climatico. Questione di pochi mesi.
Cara Titti, le confesso che a me il suo fidanzato è anche simpatico. Ho letto che lei fa l'arredatrice, io sono un architetto. Da quasi collega le chiedo di farlo ragionare, di spingerlo ad evitare per una volta i proclami roboanti e le prese di posizione a priori. Gli consigli di confrontarsi con qualche analista economico internazionale, di non seguire la logica conservatrice e di retroguardia del governo della destra.
Altro che fannulloni e tornelli, su questa partita stiamo giocando il nostro futuro. E la nostra reputazione.

sabato 18 ottobre 2008

I 10 politici più ricchi del mondo

Il sito web del Times ha pubblicato la classifica dei dieci politici più ricchi della terra.
Al primo posto c'è il senatore russo del Dagestan Suleiman Kerimov, che guarda tutti dall'alto del suo patrimonio stimato in 17.5 miliardi di dollari. Kerimov (42) è uno dei maggiori azionisti di Gazprom e secondo Forbes è 36° nella classifica assoluta degli uomini più ricchi del mondo.
Secondo in classifica è il sindaco di New York Michael Bloomberg con 11,5 miliardi di dollari. Bloomberg è a capo di un impero finanziario, ha donato oltre 1,4 miliardi dei suoi soldi in beneficienza e svolge il lavoro di sindaco della città che non dorme mai per il compenso simbolico di un dollaro l'anno.
Terzo è il senatore francese Serge Dassault (9,9 miliardi), a capo dell'omonimo colosso francese dell'aviazione. Dassault è compagno di partito di Sarkozy e anche sindaco della municipalità di Corbeil-Essonnes a Parigi.
Quarto è lui, Berlù. Il Times gli attribuisce 9,4 miliardi di dollari (più di tredicimila miliardi di vecchie lire, come direbbe il presidente del consiglio, che come tutti gli anziani usa l'euro malvolentieri).
Segue il ministro indonesiano Aburizal Bakri (9,2 miliardi) poi altri due senatori russi, due parlamentari ucraini e il figlio dell'ex premier libanese Hariri.
Lontanissimo il governatore della California Arnold Schwarzenneger, con il suo misero patrimonio di poco più di 200 milioni di dollari.

venerdì 17 ottobre 2008

L'Italia ritratta, l'Europa è allibita

Le reazioni alla posizione italiana sulle politiche europee sul clima sono state più rapide e imbarazzanti del previsto. Il nostro primo ministro, che nella foto ufficiale del vertice è quel piccoletto secondo da sinistra nella fila in alto, ha chiesto una revisione degli obiettivi già sottoscritti dall'Italia assieme agli altri 26 paesi membri. Berlù è arrivato a minacciare un veto italiano, trovando un alleato nell'impresentabile premier polacco Kaczynski (l'altro piccoletto proprio sotto di lui).
Oggi il commissario europeo all'ambiente, il greco Stavros Dimas, ha dichiarato di essere "allibito" (o "sbalordito", dipende dalle traduzioni di astonished) di fronte alle obiezioni italiane. La nostra ministra Prestigiacomo, improvvidamente consigliata, ha replicato piccata che "la Commissione dovrebbe leggere le carte".
Dimas aveva confermato le proiezioni economiche della Commissione Europea, secondo cui il pacchetto clima 20+20+20 costerà lo 0,5-0,6% del PIL, in pratica circa 150€ per ognuno di noi. Ma la Commissione ha anche analizzato i costi che deriverebbero da una inazione o da un ritardo nelle politiche contro il cambiamento climatico, con una stima che va dal 5 al 15% del PIL.
Il governo della destra sostiene che il costo per il nostro paese è di 18,2 miliardi di Euro, ovvero 1,14% del PIL. Ieri mattina ho sentito Gianfranco Bologna del WWF, che al GR1 delle otto definiva "di retroguardia" la posizione italiana. Gianfranco è tanto competente quanto moderato, e la sua affermazione è benevola. Stiamo perdendo l'ennesimo treno, che altri paesi europei governati dalla destra (Francia, Olanda, Svezia, la stessa Germania) non si stanno facendo sfuggire. Lo stesso Stavros Dimas non è un comunista ma fa parte del PPE, come Berlù.
Oggi Greenpeace ha replicato che l'efficienza energetica e l'incremento delle rinnovabili porterebbero almeno 120mila nuovi posti di lavoro (stime del Politecnico di Milano). Ma il nostro ministro dell'economia usa toni sarcastici contro i "mulini a vento" e Berlù annuncia interventi di sostegno all'industria dell'auto, senza condizioni. Sarebbe come investire sulla carta a carbone contro le fotocopie.
Per fortuna dall'imbarazzo ci ha tolto, almeno come posizione ufficiale della nazione, il Presidente Napolitano, che oggi ha dichiarato che "se teniamo il legame stretto e positivo che c'è tra difesa dell'ambiente e impegno per lo sviluppo economico troveremo le soluzioni compatibili". Il Presidente lo ha detto alla festa d'autunno di Castelporziano, a cui partecipava anche il ministro Prestigiacomo.

La Ville un po' meno Lumière

Dal gennaio 2000 la Torre Eiffel di notte si accende per dieci minuti ogni ora e brilla nel cielo di Parigi. Ventimila lampadine intermittenti la trasformano in un gigantesco gioiello luccicante (ecco il video).
Oggi la direzione della torre ha annunciato che l'illuminazione verrà ridotta della metà, portandola a soli cinque minuti l'ora. L'intervento è fondamentalmente simbolico, perché il consumo delle lampade non è rilevante (120 Kw/ora), ma vuole essere un segnale di attenzione della città ai temi del risparmio energetico.

FDG 081017 # 383

La scala e i ragazzi

giovedì 16 ottobre 2008

Il clima o le Maldive?

Il IV governo Berlusconi tratta la lotta ai cambiamenti climatici come una vacanza alle Maldive: se ci sono i soldi si può fare, altrimenti meglio rinviare a data da destinarsi. Questa la posizione espressa nei giorni scorsi dai ministri Prestigiacomo, Ronchi e Frattini e ribadita ieri da Berlù in persona alla seduta del Consiglio Europeo dedicata all'argomento. "Le nostre imprese non sono assolutamente in grado di addossarsi i costi di una regolamentazione come quella che era stata ipotizzata l'anno passato" ha detto il nostro Presidente del consiglio, che dopo una telefonata con Marcegaglia ha aggiunto che il 'pacchetto clima' Ue costerà all'industria automobilistica italiana "dai 160 ai 180 miliardi di vecchie lire" (come tutti i vecchi, Berlù si ostina a ignorare l'Euro e fa i conti ancora in lire).
La posizione italiana ha trovato un alleato impresentabile nel presidente polacco Lech Kaczynski, mentre gli altri grandi paesi europei sostengono il "pacchetto clima" in pieno accordo con la Commissione di Bruxelles e il Parlamento Europeo. Gran Bretagna e Spagna non hanno dubbi, la Germania è meno convinta ma il provvedimento fu approvato lo scorso anno dalla presidenza di turno tedesca e la Francia vuole concludere il suo attuale semestre di presidenza con l'approvazione delle norme. Olanda, Scandinavia e anche la Grecia del commissario all'ambiente Dimas sono in sintonia.
Restano i paesi dell'est, la cui posizione però è molto diversa da quella del governo italiano. Mentre Berlù & Co. infatti mettono in discussione i famosi obiettivi del 20+20+20, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovakia e Ungheria chiedono che i target di riduzione non siano calcolati sulla base del 2005 ma sul 1990. Tutti i paesi dell'ex blocco sovietico infatti hanno ridotto le loro emissioni dal 1990 al 2005 (l'Ungheria del 30%, la Lituania quasi del 50%). Questi paesi rivendicano che la gran parte della riduzione delle emissioni nocive dell'Europa è stata ottenuta grazie a loro e chiedono che vengano riconosciuti "gli alti costi economici e sociali" che ne sono derivati.
Le minacce di veto di Italia e Polonia non hanno modificato la strategia dell'Europa e la nota ufficiale di stamane chiarisce che "il Consiglio Europeo conferma la sua determinazione nel voler tenere fede agli ambiziosi impegni presi in tema di clima e politiche energetiche". Ribadita anche la volontà di raggiungere un accordo definitivo in un vertice da convocare entro dicembre, quindi sotto la presidenza francese. Alle resistenze italiane e polacche viene assicurata "un’applicazione del pacchetto in un modo da tener rigorosamente conto del rapporto costi-benefici per tutti i settori dell’economia europea e per tutti gli Stati membri". Quest'ultima frase ha un senso diplomatico ma evidentemente molta poca sostanza.
La linea dell'Europa non cambia di una virgola, gli obiettivi sono confermati e la tempistica pure. Non mi stupirei se Berlù cercasse di far passare la decisione come una sua vittoria, rivendicando la frase di circostanza inserita per evitare polemiche in giornate così delicate. Vorrà dire che per una volta saremo d'accordo.

mercoledì 15 ottobre 2008

Cosa fare del CO2? Benzina

Non so se sia esattamente una buona notizia e per questo motivo non la inserirò tra le figate, ma la Carbon Sciences ha annunciato di avere scoperto un procedimento per trasformare le emissioni di CO2 in carburante. Non sono a mio agio con la chimica organica o la bioingegneria, ma credo di avere capito che la scoperta consiste nell'utilizzare un processo bio-catalitico multifase per trasformare la CO2 nella struttura base dei carburanti.
Sembra che le molecole di CO2 siano particolarmente resistenti e finora il tentativo di farle a pezzi per produrre idrocarburi era basato sull'uso di catalizzatori inorganici, costosi e complessi. Carbon Sciences utilizza invece molecole organiche che costano poco e permettono di realizzare il processo a basse temperature e pressioni, quindi con modesto impiego di energia. Chi è interessato a una relazione tecnica meno approssimativa può migrare sul sito di Carbon Sciences.
Il procedimento potrebbe permettere la riconversione di buona parte delle 28 miliardi di tonnellate di CO2 che vengono emesse ogni anno nell'atmosfera della terra. Il processo non si applica ai veicoli, ma può essere utilizzato con successo in tutti gli impianti industriali, a cominciare proprio dalle centrali elettriche alimentate con combustibili fossili. Eppure non riesco a considerare la scoperta di Carbon Sciences una vera figata, per il fatto che non modifica il sistema energetico mondiale, anzi conferma la dipendenza dagli idrocarburi. Certo, meglio produrre benzina o kerosene che disperdere carbonio, ma quella benzina sarà bruciata in qualche motore e produrrà altre emissioni.
In ogni caso, se davvero il processo potrà essere applicato su larga scala, l'efficienza energetica dei cicli produttivi potrà migliorare in modo decisivo.
In effetti forse è una figata, cambio idea e la classifico come tale.

martedì 14 ottobre 2008

Scajola 3 - Presty 0

La commissione attività produttive della camera ha approvato l'ultima tranche del pacchetto energia del disegno di legge sviluppo, uno dei collegati alla finanziaria. Giovedì il provvedimento dovrebbe arrivare nell'aula di Montecitorio.
L'agenzia per la sicurezza nucleare, originariamente destinata alle competenze del ministero dell'ambiente, è stata con un emendamento trasferita alla presidenza del consiglio dei ministri. Questo ha deciso la commissione presieduta dal parlamentare bolognese di AN Enzo Raisi.
Il provvedimento è stato votato all'unanimità, con l'astensione di PD e UDC.
Affidare l'agenzia per la sicurezza nucleare a Palazzo Chigi è come mettere un piromane a capo dei vigili del fuoco, ma questo è il disegno del governo della destra, confermato dalle dichiarazioni del ministro Scajola. Di certo il ministero dell'ambiente, che in origine avrebbe dovuto coordinare l'agenzia, viene messo sempre più ai margini. E il ministro, anzi la ministra, non ha nulla da dire. Prestigiacomo ormai è un soprammobile.

Barroso 2 - Presty 0

Sugli obiettivi fissati dall'Europa per combattere i cambiamenti climatici non c'è "nessuna flessibilità".
Secca e immediata la replica del presidente della Commissione Barroso alle dichiarazioni fatte ieri alla stampa dal ministro degli esteri Frattini, delle politiche comunitarie Ronchi e dell'ambiente Prestigiacomo.
Rispondendo indirettamente a Frattini, che aveva sostenuto la necessità di rivedere gli impegni presi sul clima alla luce della crisi finanziaria, Barroso ribadisce che sarebbe "un vero errore mondiale se la crisi finanziaria facesse dimenticare la sfida del cambiamento climatico".
Nessuna rivisitazione degli obiettivi fissati dai 27 paesi UE lo scorso anno e ribaditi a gennaio dal Consiglio Europeo: 20% di taglio delle emissioni di gas serra, 20% di quota di energie rinnovabili (valore medio, per l'Italia la quota è il 17%) e 20% di miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2020.
Barroso si augura che l'intesa finale sui provvedimenti sia siglata "entro dicembre" permettendo all'Europa di presentarsi ai negoziati ONU di Copenhagen 2009 con una posizione unitaria e compatta. I provvedimenti approvati dalla commissione ambiente di Strasburgo la scorsa settimana prevedono anche che l'obiettivo del 20% possa essere aumentato al 30% in caso di accordo globale.

lunedì 13 ottobre 2008

FDG 081013 #382

Place des Vosges, Paris

Inadeguata e deludente

Confesso che stamattina ho fatto una cosa diversa dal solito: ho comprato Il Giornale del presidente del consiglio. Giorgio, il mio edicolante, mi ha guardato con una faccia strana e mi ha chiesto se avessi dormito bene. Ero stato attirato da una finestra in prima pagina che richiamava una intervista con il ministro dell'ambiente Prestigiacomo. Visto il bassissimo profilo tenuto finora dal ministro ero curioso di leggere le sue parole, così ho devoluto un euro alla causa della propaganda berlusconiana e sono andato a pag. 15, tutta dedicata alla bella ministra siciliana.
L'intervista è imbarazzante (ecco il testo completo). Comincia con un attacco diretto al pacchetto di norme sul clima proposte dall'Europa, che secondo Prestigiacomo porterà "risultati deboli a fronte di un impegno per l'economia pesantissimo". E siccome sul giornale di famiglia niente è scritto per caso, Prestigiacomo annuncia che da parte italiana "sarà possibile valutare un veto".
Il ministro dichiara che il pacchetto energia già sottoscritto anche dall'Italia avrà un costo del 1,14% del PIL dal 2013. Secondo i portavoce del Presidente della Commissione Europea Barroso il costo delle misure sarà nell'ordine dello 0.5-06% del PIL, ovvero circa 150€ per ogni europeo. Sempre secondo la Commissione la mancata applicazione delle norme provocherebbe conseguenze economiche pesantissime, tra il 5 e il 20% del PIL.
In compenso nell'intervista Prestigiacono elogia il nucleare ("iniziare la costruzione entro la legislatura"), non fa cenno alle fonti rinnovabili e dedica il finale all'apologia delle norme anti-graffiti, confondendo decoro e ambiente.
Per conoscere altri risvolti della marginalizzazione dei temi ambientali operata dal governo consiglio di leggere il commento di Alessandro Bratti ai tagli al ministero e l'articolo "Stefania l'atomica" scritto da Chiara Valentini per L'Espresso. Oppure leggere una sua dichiarazione rilasciata venerdì scorso all'AGI in cui dice basta ai "maestrini dalla penna verde".
Nel frattempo oggi pomeriggio il ministro Frattini ha dichiarato da Lussemburgo che al Consiglio Europeo in programma dopodomani l'Italia chiederà una "valutazione d'impatto" del pacchetto sul clima approvato dalla Commissione Europea lo scorso gennaio.
La scorsa settimana la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo aveva approvato con larga maggioranza, inclusi nove voti del PPE, l'obiettivo della riduzione del 20% delle emissioni nocive entro il 2020, aumentabile al 30% in caso di accordo globale. Il provvedimento era stato apertamente osteggiato dal ministro alle politiche comunitarie Ronchi.

domenica 12 ottobre 2008

Berlù, l'ultimo a sinistra

Ecco la foto che il New York Times ha pubblicato nel suo resoconto del meeting di oggi a Parigi tra i leader europei, il cosiddetto Eurogruppo.
Si vedono Sarkozy, Zapatero, Merkel, Barroso ed altri, ma dov'è Berlusconi?
Eccolo spuntare all'estrema sinistra (questa poi) nella foto pubblicata dal Corriere della Sera (sotto).
Forse era andato in bagno, o forse era semplicemente ai margini.

sabato 11 ottobre 2008

Solo in Italia

Ecco la pagina di Televideo sulla manifestazione organizzata oggi dalla sinistra radicale, tornata tristemente extraparlamentare.
Trecentomila partecipanti al corteo secondo gli organizzatori, ventimila secondo la questura. A posto. Eppure sia Ferrero, Diliberto e Francescato che i funzionari della Questura di Roma dovrebbero contare le persone con lo stesso sistema.
Il rapporto però è di 15 a 1.
Una differenza così abnorme, talmente assurda da diventare ridicola, non si registrava nemmeno trenta anni fa, ai tempi dei cortei della sinistra antagonista negli anni di piombo.
Se i quattro governi di Berlù non fossero abbastanza, ecco un altro segnale che non saremo mai un paese normale.

venerdì 10 ottobre 2008

Come è brutta la vecchiaia

Mentre i mercati finanziari continuano la caduta libera John McCain perde un paio di punti al giorno nei sondaggi, senza distinzioni. Eppure i suoi guru perseverano nel battere la pista dell'aggressività e della polemica, che sembra pagare davvero poco. La svolta è recente e coincide con la nomina della improbabile mamma cacciatrice Sarah Palin a candidata vicepresidente. Gli analisti giudicano questa mossa come un tentativo di contrastare l'immagine anziana di McCain, giudicato da molti troppo vecchio per guidare la prima potenza del pianeta (e l'ipotesi che al suo posto possa subentrare Palin fa rabbrividire anche molti repubblicani).
Proseguendo le ostilità la campagna di McCain ha lanciato oggi un nuovo spot TV che definisce Obama "un bugiardo" e lo accusa falsamente di avere voluto meno regole per il settore dei mutui, quasi che la crisi finanziaria sia colpa sua.
"Non è più il McCain che avevo appoggiato" commenta l'ex governatore repubblicano del Michigan John Milliken, dichiarandosi deluso dai toni e dagli attacchi personali della campagna del candidato repubblicano. E cresce il numero di autorevoli testate che si schierano per Obama. Se l'endorsement di giornali tradizionalmente liberal come New Yorker o Rolling Stone era nelle cose, colpisce invece che si sia schierato apertamente con Barack anche Esquire, storico mensile che per la prima volta in 75 anni appoggia ufficialmente un candidato alla presidenza (l'articolo è molto bello e merita di essere letto, se si è familiari con l'inglese). "Pensavamo che queste elezioni sarebbero state una battaglia cruenta per il futuro del nostro paese, ma alla fine si è visto solo un candidato" è il commento acre del direttore di Esquire David Granger. "Negli ultimi due anni - spiega Granger - abbiamo pubblicato quattro articoli su McCain, tra i quai un lungo profilo da copertina. Si tratta di un personaggio che abbiamo rispettato e apprezzato, ma l'uomo che sta correndo per la presidenza è molto diverso dal John McCain di cui scrivevamo due anni fa, otto mesi fa o solo qualche settimana fa".
John McCain ha 72 anni ed è nato il 29 agosto del 1936, esattamente un mese prima di Silvio Berlusconi.

FDG 081010 #381

Tramonto in Attica

martedì 7 ottobre 2008

Niente panico, pensiamo al clima

La crisi finanziaria globale avrà naturalmente una lunga serie di effetti collaterali. Alcuni analisti aspettavano ripercussioni anche nella riunione di oggi della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. L'ordine del giorno della commissione prevedeva il voto su un corposo pacchetto di misure centrate sulla lotta ai cambiamenti climatici, giudicato dai conservatori un obiettivo secondario rispetto all'emergenza dei mercati finanziari.
Invece la commissione ha approvato il pacchetto a larga maggioranza (44 a favore, 20 contrari e un astenuto) con la delegazione del PPE spaccata, 9 a favore (Inglesi e Olandesi) e 15 contro (Francesi, Tedeschi, Polacchi e temo Italiani).
Il provvedimento votato, che ora seguirà l'iter per la presentazione in aula, conferma la riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020 e rilancia, dichiarando che l'Europa è pronta ad alzare questo limite al 30% se sarà raggiunto un accordo internazionale alla COP 15 di Copenhagen nel dicembre 2009. Vengono anche eliminati gli scambi gratuiti di diritti di emissione per le imprese, gradualmente dal 2013 al 2020. Inserito anche il limite di 500g di CO2 per Kw per le centrali, che obbliga in pratica le centrali a carbone allo stoccaggio sotterraneo del CO2. La Polonia, che ricava il 90% della propria energia dalle centrali a carbone, si era opposta duramente al provvedimento. Sarà interessante vedere cosa succederà alla COP 14 di dicembre, che si svolgera proprio in Polonia a Poznan.
Vengono anche allargati i settori produttivi in cui le emissioni devono essere entro i limiti, fino ad oggi limitati a petrolio, cemento, vetro, laterizi, ceramica e non molto altro. Prevista l'inclusione dell'industria dell'alluminio (la lobby è furiosa), della chimica e del settore dei trasporti (ecco il comunicato stampa del Parlamento Europeo). Inoltre la commissione ha raccomandato l'introduzione di penali per i paesi che non rispetteranno i limiti alle emissioni sottoscritti in sede europea, proponendo una multa di 100€ per ogni tonnellata di CO2 in eccedenza. Per l'Italia si annunciano giorni molto difficili, a meno che il capoclasse Tremonti, il fustigatore di fannulloni Brunetta e la desaparecida Prestigiacono non decidano di affrontare seriamente la questione. Il prossimo anno l'Italia avrà la guida del G8 e la lotta ai cambiamenti climatici sarà uno dei temi centrali dell'agenda.
Delusi dalle scelte europee tutti i gruppi di pressione del mondo industriale, che speravano che il crollo finanziario avrebbe spinto a maggiore prudenza i legislatori europei. "Queste misure possono essere messe in atto solo con una economia in buona salute" aveva dichiarato giorni fa Heimo Scuch della Wienerbeger, il primo produttore di laterizi del mondo. Non è stato così.

domenica 5 ottobre 2008

Discoteche sostenibili

La prima discoteca sostenibile del mondo si chiama Watt ed è stata inaugurata il 2 settembre scorso a Rotterdam. Il concerto di apertura, che secondo alcune indiscrezioni sarebbe dovuto essere di Amy Winehouse, ha visto invece sul palco Iggy Pop and the Stooges (video).
Il locale corrisponde a dei rigidi criteri fissati dall'organizzazione Sustainable Dance Club, che progetta di aprire presto altri due locali a Londra e Berlino.
La discoteca Watt rispetto ad un locale ordinario consuma il 30% in meno di energia e il 50% in meno di acqua, taglia del 30% le emissioni di CO2 e del 50% i rifiuti. Ma soprattutto in pista ha un impianto luci a LED alimentato dall'energia cinetica del pubblico. Ogni ballerino con i suoi movimenti produce 20w che contribuiscono ad illuminare la pista. Ma se nessuno balla che succede, si spegne tutto? Grandi responsabilità sulle spalle del DJ...

sabato 4 ottobre 2008

Calcio o clima, tutte palle

Massimo M. Veronese è un giornalista che scrive sul quotidiano di proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio e la sua specialità è il calcio.
Deve avere orecchiato o sbirciato qualcosa riguardo ai cambiamenti climatici, così oggi pubblica sul giornale di Berlù un editoriale in cui ironizza sul riscaldamento globale riportando le opinioni di chi annuncia un raffreddamento della temperatura terrestre. L'articolo è terrribilmente superficiale e molto modesto, dipinge gli scienziati del clima come degli menagrami e minimizza il problema.
Tutti i climatologi hanno scoperto da tempo che il riscaldamento globale porterà ad un rallentamento della Corrente del Golfo e al conseguente temporaneo raffreddamento del nord Atlantico e di altre zone del pianeta. Gli effetti negativi di questo raffreddamento sono contemplati tra i danni provocati dai gas serra e dal cambiamento climatico.
Massimo M. Veronese farebbe bene a occuparsi di calcio, se non di ippica.

Malgrado George W. Bush

Il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha firmato una proposta di legge che cerca di limitare l'espansione delle città (il cosiddetto urban sprawl) promuovendo migliori soluzioni di mobilità e la riduzione dei gas serra. La legge contribuirà anche a raggiungere gli obiettivi di ridurre le emissioni nocive ai livelli del 1990 entro il 2020, fissati dallo stato della California nel 2006.
La proposta, presentata dal senatore democratico Darrel Steimberg, prevede che le regioni stabiliscano obiettivi di riduzione delle emissioni e parametri urbanistici che favoriscano insediamenti più compatti e riducano le esigenze di mobilità. Le città e le contee non saranno obbligate a seguire queste indicazioni, ma se decidessero di non farlo potrebbero perdere i contributi per i trasporti. Al contrario, le comunità che applicheranno gli indirizzi potranno usufruire di incentivi extra.
Nel frattempo ieri a Washington la Camera USA ha approvato con 263 voti favorevoli contro 171 un pacchetto fiscale che comprende la proroga di otto anni degli incentivi per la diffusione di energie rinnovabili. Sarà possibile realizzare impianti solari per uso residenziale o produttivo con una deduzione fiscale del 30%, per un totale stimato di 1.9 miliardi di dollari. Gli incentivi porteranno alla creazione di 440.000 posti di lavoro e alla produzione di 35 Gw di energia rinnovabile. Viene anche rimosso il tetto massimo deducibile di 2000 dollari che era applicato fino ad oggi agli impianti residenziali. Altri 5.8 miliardi di dollari di deduzioni fiscali saranno destinati ai settori dell'eolico, del geotermico e delle biomasse.

venerdì 3 ottobre 2008

Lasciamole a casa un po' di più

Il Commissario Europeo per gli Affari Sociali e le Pari Opportunità Vladimir Spidla ha proposto oggi un prolungamento dei tempi minimi di congedo per le lavoratrici in maternità, che una normativa del 1992 fissa oggi in 14 settimane.
In questo settore l'Italia è molto avanti, visto che la nostra legislazione prevede cinque mesi di congedo. Il record negativo è della Germania con il minimo di 14 settimane, segue il Belgio con 15, Francia, Olanda e Spagna 16. In Bulgaria le fresche mamme hanno addirittura 45 settimane, ma il record (un anno e mezzo) appartiene alla civilissima Svezia.
La proposta annunciata oggi da Spidla è di un minimo di 18 settimane, ma già molti paesi sono insorti, a cominciare dalla Germania. Le motivazioni di questo rifiuto, che proviene in massima parte dai partiti conservatori, sono quelle di un rischio per l'occupazone e i posti di lavoro, con particolare riguardo alle PMI. Ma c'è anche una malcelata irritazione verso l'UE che mette il becco in ambiti tradizionalmente gestiti dagli ordinamenti dei singoli stati membri. Occore ricordare che la proposta, per essere legge, deve avere il via libera della Commissione e degli stati membri.
Oggi in Europa il 91,7% dei padri con figli a carico lavora, contro il 65,5% delle madri. La proposta presentata da Spidla raccomanda anche di mantenere il salario delle lavoratrici in congedo per maternità al 100%, ma ammette una riduzione non superiore al livello dei congedi per malattia. Sono previsti congedì più lunghi nel caso di parti prematuri o di neonati con disabilità o necessità di ricovero ospedaliero.

mercoledì 1 ottobre 2008

Prima votiamo, poi vediamo

Il mio sindaco è stato lunedì scorso al Quirinale e ha incontrato Renato Brunetta con Titti (foto) dal vivo. Che invidia. A proposito raccomando la lettura dell'intervista di Brunetta a Tutto, pubblicata sulla rassegna stampa ufficiale del ministero.
Recentemente il ministro Brunetta, dopo avere fustigato fannulloni, malati immaginari e chirurghi assassini, si è scagliato contro i precari assunti nella pubblica amministrazione. Ha annunciato contratti annullati, licenziamenti, nuove procedure di stabilizzazione. Tutto questo era contenuto in un emendamento alla legge finanziaria strombazzato e prontamente rimesso nel cassetto. Brunetta ha rimandato il provvedimento al 30 giugno 2009 con una formula talmente bizantina che mi rifiuto di descriverla, andate a leggere quello che scrive Il Sole 24 Ore.
Nel frattempo il muscoloso Scajola, malgrado altrettanto roboanti proclami, ha formalizzato oggi il rinvio al 30 giugno 2009 non solo della scelta dei siti destinati ad ospitare le centrali nucleari italiane (questo era stato anticipato da Sostenibilitalia settimane fa) ma anche dei criteri per individuarli, fino a ieri saldamente fissati alla fine del 2008, ovvero tra tre mesi. Il rinvio è motivato da una serie di problemi, tra i quali spicca la marginalizzazione del ministero dell'ambiente, prima identificato come sede dell'agenzia per la sicurezza nucleare e oggi praticamente esautorato dal gravoso compito. Forse dovrebbe "fare capo alla presidenza del Consiglio ed essere più snella" si dice in ambienti governativi. L'agenzia infatti dovrà definire la scelta dei siti per la costruzione delle centrali, di quelli per la messa in sicurezza delle scorie, per il rilascio delle autorizzazioni e la definizione delle compensazioni da accordare ai territori destinatari di queste scelte.
Secondo il nuovo testo presentato in Commissione Attività Produttive da Enzo Raisi, relatore del Ddl Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, l'articolo 15 prevede una delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi di riassetto normativo recanti i criteri per la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione elettrica nucleare, per i sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi e del materiale nucleare e per la definizione delle misure compensative minime da corrispondere alle popolazioni interessate. Questo significa che le regioni non avranno più potere decisionale, che sarà concentrato sul governo centrale. "Vogliamo realizzare un percorso realmente partecipato dalle Regioni", rimarcano i collaboratori del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, che ieri l'altro ha annunciato la costituzione di una cabina di regia Governo-amministrazioni locali sulle infrastrutture energetiche. Il che in realtà vuol dire che le regioni non potranno porre veti alle scelte del governo e autodeterminare le proprie scelte in tema di energia, come accade oggi.
Il nucleare italiano resta un proclama, i precari nella pubblica amministrazione hanno sei mesi in più di sonni tranquilli. Ma soprattutto il governo della destra potrà andare alle prossime elezioni europee e amministrative senza il peso del licenziamento di migliaia di ragazzi e la scelta di qualche comune sfigato destinato ad ospitare centrali nucleari che nascono vecchie e saranno ultimate, se tutto filasse incredibilmente liscio, tra non meno di 15 anni.
L'importante è votare senza problemi e malumori, le "priorità" impopolari possono attendere.

FDG 081001 #378


Scalatori di eroi, Durres, Albania