domenica 22 giugno 2008

L'effetto che facciamo visti da fuori

Il Financial Times di sabato ha pubblicato un editoriale di Christopher Caldwell sulla questione Berlusconi/magistratura. I commenti, di qualunque parte politica, hanno giudicato l'articolo come un sostegno alle tesi del presidente del consiglio.
Le cose non stanno proprio così. Caldwell prende spunto dal famigerato emendamento blocca processi inserito nel "pacchetto sicurezza" e le sue considerazioni sono interessanti. Quando gli oppositori di Berlusconi sottolineano che l'emendamento minaccia di bloccare centomila processi in corso da più di sei anni, secondo Caldwell giustificano pienamente la sua applicazione. Per il semplice motivo che in nessun paese dopo sei anni centomila processi sono ancora nella fase dibattimentale.
"Le accuse contro Berlusconi che motivarono la legge sull'immunità del 2004 risalivano al 1985. Le iniziative giudiziarie di Berlusconi sono invariabilmente utili a se stesso, ma non solo a se stesso. Fanno sempre riferimento a problematiche abbastanza serie da garantirgli un seguito tra gli elettori. Qui si dimostra il suo talento politico. Attualmente l'Italia sta vivendo una fase di panico per la sicurezza. Potrebbe essere una reazione giustificata come potrebbe non esserlo. Ma quasi tutto quello che contiene il pacchetto sicurezza può contribuire ad alleviarla. Una legge sull'immunità delle alte cariche dello stato, se mai fosse promulgata, potrebbe rendere la politica italiana meno litigiosa e più democratica. Il fatto che con queste leggi Berlusconi possa schivare un processo è un motivo per opporsi. Ma è l'unico motivo e non sembra sufficiente."

Questo sostiene Christopher Caldwell, nella mia traduzione. Lo fa con convinzione, perché vive in un paese dove i processi non possono durare venti anni. Ma la sua analisi non sembra un sostegno alla linea di Berlusconi quanto piuttosto una semplice constatazione di buon senso. Noi Italiani, abituati a riti e tempi impensabili altrove, facciamo molta fatica ad accettare considerazioni cosi dirette e preferiamo attribuire loro un valore politico, piuttosto che ammetterne l'oggettività.
Notevole il commento de Il Giornale di famiglia del premier che, visto che per una volta il Financial Times offre una sponda a Berlù, torna dopo molto tempo a definire la testata "autorevole".

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