venerdì 1 febbraio 2008

Colori e nuances/1

Baccini e Povia tengono banco tra gli esclusi di Sanremo, Baccini e Tabacci si autoescludono dalla destra e dichiarano di fondare la rosa bianca, a cui arriva subito l'appoggio di "Mister Family Day" Pezzotta. Tra l'altro mi risulta che Povia sia anche lui di simpatie bianche, quindi andrebbe bene anche con l'altro Baccini.
A sinistra invece sembra formalizzata la "cosa rossa", con un cartello dei due partiti comunisti, i DS allergici al PD e i verdi. Dico sembra perchè tre ore fa le agenzie hanno lanciato una dichiarazione di Mussi che scombina le certezze ("ancora nulla di deciso").
La cosa rossa, che in realtà si chiama la sinistra - l'arcobaleno avrà nel marchio i quattro simbolini dei partiti componenti, quindi cadono i verdi veti verso la falce e martello, che qualcuno vedeva già confinata nei reperti esposti dai russi ai mercatini.
Invece no, le due falci restano e questo dispiacerà a molti verdi che non hanno mai visto con favore la fusione con PRC e PDCI. Di certo i partiti ancora comunisti hanno posizioni spesso poco innovative, al contrario delle scelte a volte spregiudicate e assai poco organiche di un'ala del sole che ride e dello stesso leader Pecoraro Scanio. Per scendere nel locale della mia Ancona, fatico a immaginare assieme Duca e Di Bitonto, Mangani e Tagliacozzo. Invece Pecoraro sembra avere accettato la laica alleanza, a dispetto dei malumori della base.
Cosa accadrà ora? Le periferie verdi sono in fermento e stanno decidendo sul da farsi. L'operazione sembra partire sghemba almeno quanto quella del PD. Per confermare l'assoluta assenza di innovazione il leader indicato è il superstagionato Bertinotti, con la povera Grazia Francescato come garante ambientalista e vice.
Il futuro della sinistra italiana non è rosa, figuriamoci rosso. Del resto, quando penso a una cosa rossa la prima che mi viene in mente è la conserva.

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